"Nessuna relazione tra cinghiali e peste suina"

Anche l’ambientalista matelicese Danilo Baldini, delegato regionale della Lac, la Lega anti caccia, ha contribuito a far sentire la sua voce contro l’assessore regionale all’agricoltura e alla caccia, Mirco Carloni, per "la proposta di adottare un piano organico di gestione della peste suina, diffusa in tutta Europa ormai, per controllare il numero dei cinghiali: lui, che è un cacciatore, vorrebbe affidare l’incarico pratico proprio ai cacciatori". "Che cosa c’entrano i cinghiali con la diffusione della peste suina – chiede l’ambientalista insieme ad altri rappresentanti marchigiani della Lac e della Lav –? Indagini sanitarie, infatti, hanno dimostrato che in realtà la peste suina africana si genera e si diffonde in particolare in quegli allevamenti intensivi di maiali, dove le condizioni igienico-sanitarie sono pessime e nei quali ci sono animali malati che fanno da incubatori e quindi da diffusori del virus. Le stesse indagini hanno evidenziato anche come la circolazione di animali infetti, i prodotti a base di carne di maiale contaminata, lo smaltimento illegale di carcasse, l’importazione di carni non controllate da Paesi dell’est sono le modalità più rilevanti per la diffusione della peste suina". "Come farebbero quindi i cinghiali, che sono animali selvatici e vivono nei boschi, a contagiarsi con i maiali infettati dalla peste suina, essendo questi rinchiusi in allevamenti a circuito chiuso? L’unico modo che ci viene in mente sono quegli allevamenti allo stato brado, spesso abusivi – aggiunge l’ambientalista Baldini –, dove per la ‘moda’ culinaria in voga oggi sono allevati insieme e fatti poi incrociare i cinghiali con i maiali, quest’ultimi provenienti, guarda caso, proprio da quegli allevamenti intensivi nei quali, come abbiamo visto, è estremamente facile che questi animali contraggano anche la peste suina".

Matteo Parrini