"Nessuna violenza, parola di insegnante e di madre"

Lo sfogo di Alessia Cingolani, accusata insieme all’assistente Morroto di maltrattamenti verso un’alunna autistica: "Campagna denigratoria contro di me"

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"Con la massima sincerità, come insegnante e madre ritengo di poter affermare di non aver commesso alcuna violenza sull’alunna, e appena possibile chiarirò la mia posizione al giudice". Così si sfoga con gli avvocati Diego Casadidio e Nicola Piccinini l’insegnante Alessia Cingolani, accusata con l’assistente Marta Morroto di maltrattamenti ai danni di una ragazzina autistica, in una scuola superiore di Tolentino. Per le due donne, finite ai domiciliari, giovedì si è tenuto l’interrogatorio di garanzia. Ma entrambe hanno scelto di non rispondere alle domande del gip Claudio Bonifazi. "Voglio fermare una campagna denigratoria e infamante – ha detto Cingolani ai suoi difensori - che utilizza strumentalmente la scelta di avvalermi della facoltà di non rispondere come indiretto e implicito riconoscimento di responsabilità per i gravi fatti di cui sono accusata". L’insegnante tiene a chiarire che la scelta del silenzio le è stata indicata dagli avvocati, "che non hanno avuto il tempo per visionare il fascicolo della procura e le immagini riprese con le intercettazioni ambientali, analisi necessaria per consentirmi la ricostruzione dei fatti". Cingolani assicura di non aver commesso abusi: "I miei interventi sono stati finalizzati a evitare la ripetizione di comportamenti compulsivi, non controllati e chiaramente non consoni per l’inserimento dell’alunna in un contesto sociale inclusivo. Qualora le mie azioni dovessero essere invece interpretate secondo un comportamento non adeguato, allora tengo a sottolineare come siamo state lasciate a operare in un contesto isolato, anche privo degli indispensabili spazi esterni. Inoltre, per tutto il primo anno scolastico 20202021 e poi per il successivo sino a novembre 2021, non vi è stata nessuna possibilità di confrontarsi con l’equipe medica di riferimento e solamente a maggio 2022, sempre da remoto e dopo reiterati miei solleciti, si è tenuto un secondo incontro, ma senza la partecipazione necessaria dello psichiatra". La vicenda ha sollevato un comprensibile clamore, considerato che – per l’accusa – in aula sarebbe stata ignorata, o insultata e minacciata, derisa e anche picchiata una ragazzina minorenne con una grave forma di autismo.