Netti: "Nessun ostacolo ai prelievi Il problema è che l’acqua non c’è"

Il presidente del Consorzio di bonifica replica alle accuse dell’Aato: dobbiamo accumulare quando piove "Bisogna subito lavorare per disinquinare le falde e ridurre il numero di gestori della risorsa idrica"

Migration

di Paola Pagnanelli

"La verità è che l’acqua non c’è. Basta con la storia che qualcuno non voglia darla". L’avvocato Claudio Netti, presidente del Consorzio di bonifica delle Marche, non ha preso benissimo l’attacco del direttore dell’Aato 3 Massimo Principi. Quest’ultimo venerdì, presentando una campagna informativa contro gli sprechi, ha criticato il Parco dei Sibillini e il Consorzio di bonifica, accusandoli di usare l’acqua per scopi diversi rispetto all’idropotabile. "Ma dove accadrebbe questo – domanda ironico l’avvocato Netti –. A Pechino quando si superano i 36 gradi bisogna smettere di lavorare, forse dovremmo farlo anche noi per evitare di dire cose senza senso. Piuttosto, dove si è mai visto un sistema di captazione delle fonti in mano ai gestori? Dove si è visto mai che l’autorità pubblica deleghi la gestione delle fonti? L’Aato di Ancona ha una società pubblica, Gorgovivo, che gestisce le fonti e prende le decisioni, e Vivaservizi che è la distributrice". Il tema vero, ribadisce il presidente, è che l’acqua non c’è. "Ce l’avevamo sotto ai piedi. A Macerata avevamo il campo pozzi a Villa Potenza, ce ne era uno a Civitanova, un altro a Tolentino. Poi l’ingordigia dell’uomo, la cultura di rapina dei beni ambientali ha fatto sì che tutte le falde fossero inquinate. Allora qual è la risposta? Ripuliamo le falde? No, rubiamo l’acqua in montagna. È stato usato questo elemento attrattivo, "portiamo la minerale nelle case dei marchigiani". Ma sono 5 litri su 200. Il resto che fine fa? In Italia siano i maggiori consumatori al mondo di acque minerali". Netti respinge le dichiarazioni spot, e si aspetta piuttosto un discorso serio sulla risorsa acqua, non solo chiedendo "50 litri in più al parco. Si deve fare un ragionamento più articolato. Il Tamigi era inquinatissimo, hanno lavorato per disinquinarlo. Noi abbiamo 7 miliardi di metri cubi di acqua che cadono sulle Marche, e ne accumuliamo meno di cento. Poi si deve lavorare per disinquinare le falde, da cui avremo magari un’acqua di serie B ma comunque utile. Basta discutere di questo tema solo da un profilo. Anzi, determinate azioni possono essere più efficaci se rivolte a soddisfare esigenze diverse". Il Consorzio, ricorda il presidente, ha realizzato un’area di laminazione naturale sul fiume Foglia. "Deve essere completata, ma sarà importantissima per la ricarica artificiale della falda di Pesaro. A Pesaro hanno provato a riaprire i pozzi, e hanno trovato la trielina". Anche Netti si aspetta che la Regione metta mano alla situazione, aprendo alle gare per la gestione, riducendo il numero di organismi che si occupano di acqua, prendendo una strada che parta dall’importanza di questa risorsa e metta in campo le scelte necessarie a tutelarla.