Niente libertà al poliziotto Resta con il braccialetto

Confermati i domiciliari per Alessandro Giordano: non regge la sua versione. Secondo il gip "ha cercato lo scontro" con il giovane a cui ha sparato un colpo

Niente libertà al poliziotto  Resta con il braccialetto

Niente libertà al poliziotto Resta con il braccialetto

di Marina Verdenelli

Non regge la versione della legittima difesa, di aver sparato solo un colpo in aria e l’altro partito accidentalmente. Il poliziotto Alessandro Giordano avrebbe istigato lui lo scontro di sabato notte in via Flavia, con il 21enne Nicolò Giommi, che ha ferito poi alla gamba con la pistola d’ordinanza, e gli amici del ragazzo. Ha "cercato lo scontro" lo "ha provocato inviando messaggi con il cellulare", il tutto sotto l’effetto di alcol e droga. Ne è convinto il gip Carlo Masini che ha confermato la misura cautelare degli arresti domiciliari, con l’uso del braccialetto elettronico, per l’agente 40enne accusato di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione. Contestato anche l’uso dell’arma. Lo stesso giudice non ha convalidato il fermo di polizia che era scattato domenica mattina, alla luce dei fatti accaduti nella notte, perché "non c’è il pericolo di fuga". Sulla misura cautelare nessun dubbio invece perché sussisterebbero "gravi indizi di colpevolezza e di reiterazione del reato". Nel descrivere il comportamento tenuto dall’agente il gip usa termini pesanti come "spregiudicato" perché non avrebbe rispettato nemmeno "il valore della divisa" a cui appartiene, la polizia. Un comportamento aggravato quindi per il fatto di essere un pubblico ufficiale. I messaggi inviati al cellulare della vittima, ad alcuni suoi amici e le telefonate fatte ai familiari non solo di Giommi per convocare tutti i ragazzi sotto casa sua con frasi quali "venite, vi aspetto se avete coraggio, vi ammazzo tutti", confermerebbero che avrebbe cercato lui l’incontro, premeditando quindi di sparare. Una telefonata l’avrebbe fatta anche ad un parente di uno dei ragazzi arrivati poi in via Flavia per dirgli che avrebbe ammazzato tutti. Ci sarebbe una telefonata fatta anche dopo aver ferito Giommi per promettere la stessa fine ad altri. Tutte questioni ancora da confermare. Due nodi restano scoperti per la difesa del poliziotto, affidata agli avvocati Marco Chiarugi e Paolo Campanati. La direzione del proiettile, se è partito dal basso verso l’alto, visto che Giordano ha detto di essere caduto dopo che i ragazzi gli sono andati addosso, e quando è stato sparo il colpo, se prima che venisse aggredito e bastonato o dopo. Per farlo occorrerà una perizia balistica che potrebbe essere richiesta dalla stessa difesa. Intanto i due cellulari sequestrati, quello dell’agente e quello del 21enne, sono stati affidati all’analista forense Luca Russo per estrapolare messaggio e telefonate effettuate quella sera da entrambi. Gli avvocati di Giordano potrebbero ricorrere al Riesame per chiedere la revoca dei domiciliari.