"No all’antenna, ce ne sono troppe"

I residenti contestano la collocazione in via Mattei. Il Comune ha autorizzato l’impianto l’estate scorsa

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di Paola Pagnanelli

In due giorni, 250 firme sono state raccolte nel rione Marche per avere chiarimenti circa la nuova antenna vicino l’Oasi. "Sopra al seminario c’è una vecchia antenna – spiegano i residenti -, un’altra è in via Cincinelli, ora questa in via Mattei: va bene la tecnologia, ma le verifiche sono state fatte? Possiamo sapere se è tutto a norma?". I lavori sono iniziati da parte di Iliad. Nel piano superiore del supermercato di via Mattei è stata realizzata la piattaforma, su cui andrà collocata una antenna alta 28 metri per la tecnologia 5G. La società all’inizio aveva chiesto di collocarla in via Bizzarri, "a servizio del tribunale, ci hanno detto" sostengono i residenti. Ma sebbene l’area fosse nel piano comunale per i ripetitori e ci fossero tutte le autorizzazioni, l’Amministrazione aveva accolto le proteste spostando l’antenna verso la rotatoria di via Mattei, nel parcheggio dell’Oasi. "Ma è l’ennesima qui. Quella sul seminario, vecchia, crea interferenze anche con gli altoparlanti della chiesa. Davanti a villa Cozza ce n’è un’altra. Adesso questa, vicina alle nostre case. Vorremmo solo che qualcuno ci dicesse come stanno le cose. Per questo nel giro di appena due giorni siamo riusciti a raccogliere 250 firme, depositate in Comune, con la richiesta di rendere pubbliche le valutazioni tecniche e giuridiche, e i relativi atti amministrativi che, superando i vincoli paesaggistici, hanno portato a collocare l’impianto in una zona vincolata e in un rione densamente popolato. Chiediamo di essere informati, visto che finora tutto quello che abbiamo saputo lo abbiamo letto dai giornali. Noi non siamo contro la tecnologia, vogliamo solo saperne di più".

La nuova collocazione dell’impianto per la telefonia con tecnologia 5G è stata autorizzata dal Comune l’estate scorsa. Iliad ha avuto a disposizione lo spazio nel parcheggio, un’area di 50 metri quadri che sono stati già recintati. In cambio la società telefonica pagherà un canone di 800 euro l’anno, per nove anni con l’opzione di prorogare il contratto per tre ulteriori anni. La motivazione è quella di dare un servizio di telefonia e trasmissione dati più efficiente, dato che il servizio è classificato tra quelli di pubblica utilità. La società privata può essere così più competitiva con gli altri gestori già presenti sul mercato e serviti da altre antenne, motivo per cui in passato sono stati anche bocciati i ricorsi al Tar.