NOI MACERATESI

Migration

Gentile lettore, in effetti, uno spettro si aggira per l’Europa: lo spettro del gender. Un giorno vorrei fare una prova, vorrei andare da uno dei politici che parlano tanto di difesa della famiglia e di lotta al gender e dire: "Sono italiana, sono una mamma, se non mi erogate subito un bonus da 10mila euro divento pro-gender. Bastano anche 5mila". Chissà magari funziona. Perché non c’è un momento in cui la famiglia diventa una parola sacra, da scrivere con tutte maiuscole, da riverire e onorare, quanto quel momento in cui si alza uno e parla di rispetto degli orientamenti sessuali. Non conta il fatto che, come lei dice, l’Europa ci abbia detto di ricordare le libertà fondamentali degli individui dal 2007, non conta il fatto che parliamo di diritti sanciti all’articolo 2 della Costituzione: se qualcuno parla, non so, di Ddl Zan, si ergono i paladini della famiglia che fino a ieri pisolavano, e brandendo la parola gender la buttano in caciara. In Italia non sono discriminate le famiglie, sono discriminati gli omosessuali. Le famiglie non vogliono paladini che parlano di cose che non conoscono; le famiglie vogliono asili, agevolazioni, soldi e servizi. Vogliono che se, come capita, nasce un figlio omosessuale, abbia il diritto di amare chi preferisce e di campare in santa pace, come tutti.