"Noi, medici in pensione pronti a tornare"

Dagli ex primari Tappatà e Chiarello alla dottoressa Paula Castelli: ecco chi ha risposto al bando Asur. "Non ci tiriamo indietro"

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di Franco Veroli

Il bando dell’Asur è stato appena pubblicato. Ma loro, i medici in pensione, la scelta l’hanno già fatta: sono di nuovo pronti a riprendere servizio per dare una mano a contrastare l’epidemia da Coronavirus. La dottoressa Paula Castelli, per tanti anni in servizio al reparto di malattie Infettive dell’ospedale di Macerata, presidente della locale sezione dell’Anlaids, la prima associazione italiana nata nel 1985 per fermare la diffusione del virus Hiv e dell’Aids, non ha avuto dubbi, proprio come non ne aveva avuti a marzo. "Ho già accettato, ho dato di nuovo la disponibilità", dice. "Lo spirito – prosegue – è quello della volta precedente, quello di fare qualcosa di utile per la comunità, nella logica che, in fondo, un medico non finisce mai di essere medico. Ma c’è anche la curiosità di vedere come si è evoluta la situazione e di conoscere le nuove terapie". La Castelli nel periodo del lockdown ha passato un mese a Camerino, un mese a Civitanova, un mese a Macerata, nella palazzina di ex malattie infettive, nella convinzione che la paura non si può ignorare, ma nemmeno da essa ci si può fare comandare. L’esperienza già fatta non l’ha spaventata, e poi, dice, "oggi si sa meglio che cosa si deve fare, c’è qualche possibilità terapeutica in più". "Certo, c’è un po’ di disappunto – sottolinea –, visto che c’è il rischio di tornare a vivere un incubo già vissuto". Anche il dottor Marco Chiarello, ex primario del reparto di rianimazione dell’ospedale di Camerino, in pensione da appena sette mesi, ha già dato la disponibilità, e con lui anche il dottor Gilberto Sassaroli. "La volta scorsa – spiega Chiarello – siamo tornati al lavoro dal 23 marzo al 31 luglio all’ospedale di San Severino. Ora siamo di nuovo pronti, in particolare per tamponare i turni e dare una mano ai nostri colleghi. Certo, per precauzione, non saremo in rianimazione con i pazienti Covid, ma ci renderemo utili secondo le indicazioni che ci saranno fornite da Daniela Corsi, responsabile del dipartimento di emergenza-urgenza, e dal primario di Camerino, Angelo di Leo. Credo che siano già almeno una decina i medici pronti a rientrare". Giuseppe Tappatà, già primario del dipartimento di rianimazione dell’Area Vasta 3 di Macerata, a marzo era ancora al lavoro. È andato in pensione a maggio per raggiunti limiti di età. "Ho lasciato il lavoro perché ho compiuto 70 anni, limite previsto dalle norme – dice –. Sono però stato contattato perché a questo limite in una situazione di emergenza si può derogare, purché l’interessato ovviamente stia bene. Ci sono alcune difficoltà per coprire i turni al Covid Hospital di Civitanova. Ho dato la disponibilità e sono pronto a dare una mano, lo ritengo anche del tutto normale. Gli anestesisti-rianimatori non si tirano mai indietro".