"Non è un’eccezione, in tanti fanno domanda dopo l’Università"

Barbi (Snals): il titolo di studio dà un punteggio maggiore, è un modo per poter cominciare a lavorare

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"Ragazze e ragazzi laureati che lavorano come bidelli? Ne abbiamo tanti nelle scuole della nostra provincia. Quella di Morosini è una situazione che non rappresenta un’eccezione, anche perché la laurea comporta un punteggio maggiore nelle graduatorie. Molti allora iniziano così, come collaboratori scolastici, accettano un posto come bidelli o assistenti amministrativi, almeno intanto cominciano a lavorare". Ugo Barbi, segretario provinciale dello Snals (sindacato nazionale autonomo lavoratori scuola), commenta così la storia di Marco Morosini, 25 anni, laureato con lode e ora collaboratore scolastico a Recanati. "I docenti, dati i tagli agli organici, sono sempre di meno – spiega Barbi –, è più facile quindi trovare un posto come collaboratore scolastico che come insegnante. Non dico sia un male che un laureato faccia il collaboratore scolastico, per carità, quello del bidello è un lavoro dignitoso. Però, certo, il bagaglio di competenze e conoscenze accumulate all’università potrebbe essere usato in modo diverso". Altro grande tema, quello del precariato: "Il mondo della scuola è pieno di docenti e collaboratori che svolgono quel ruolo da anni e anni, il più delle volte pure in maniera brillante, senza però mai essere stabilizzati – sottolinea Barbi –, non riescono ad entrare di ruolo. Ciò significa purtroppo che dopo aver dedicato il loro tempo e la loro professionalità alla scuola per una vita si ritrovano punto e a capo ogni anno. Questo non è accettabile. Lo diciamo da sempre, abbiamo chiesto alla politica di risolvere questa situazione, di cambiare il sistema, ma non ci hanno mai ascoltato".

c. g.