Omicidio Civitanova, il testimone: "Non è vero che ci siamo voltati dall’altra parte"

di Francesco Rossetti

"Ho visto Ferlazzo prendere un telefono e usarlo come oggetto contundente contro la tempia del povero Alika". Questa la testimonianza di Mariano Mosconi, il 56enne impiegato all’agenzia delle dogane e dei monopoli di Civitanova, che venerdì ha assistito al barbaro omicidio dell’ambulante nigeriano Alika Ogorchukwu, da parte del 32enne Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo. "Voglio raccontare ciò che è successo – spiega Mosconi – soprattutto per smentire coloro che dicono che c’è stata indifferenza. Vorrei incontrare la vedova di Alika per parlarci e dirle come stanno davvero le cose, e cioè che non è vero che noi presenti ci siamo voltati dall’altra parte".

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Mosconi, cosa è successo in corso Umberto?

"Ero alla fermata dell’autobus, stavo attendendo il bus per andare al lavoro. A un certo punto, ho sentito delle grida e mi sono avvicinato. Ho visto Alika cadere a terra e Ferlazzo infierire".

Fermarlo era impossibile?

"Eravamo in quattro, o poco più. Tra cui io, una persona anziana e la ragazza che ha fatto il video. Cosa potevamo fare di più? Il corso era deserto, com’è naturale che sia a quell’ora (le 14.30 circa, ndr). La voce che nel video dice “Così lo ammazzi’’ è la mia. Inizialmente, gli ho tolto la stampella, poi l’ha ripresa. Era veramente una furia, i suoi colpi erano potenti, ben assestati. Dava proprio l’impressione di essere un picchiatore professionista. E poi sembrava fuori di sé, dissociato, unicamente concentrato nel picchiare. Ho cercato in tutti i modi di dissuaderlo, credetemi, ma non c’è stato verso. Era quasi se non esistessimo per lui. Mi ha soltanto detto: “Fatti i c…. tuoi’’, poi ha continuato ad infierire su Alika. Non so dire con quale colpo l’abbia finito, tuttavia l’ho visto prendere un cellulare da terra e colpire con questo oggetto la tempia dell’ambulante, ripetutamente. Sinceramente, non ho visto strangolamenti".

Come ha passato la notte dopo l’omicidio?

"Ho riflettuto molto. Ma alla fine sono arrivato alla conclusione di aver fatto tutto il possibile per salvare Alika. Sono stato sempre io a indicare l’omicida alla polizia e gli stessi agenti mi hanno rassicurato che avevamo fatto il possibile".