"Non portate via la Questura dal centro"

Accordo per il trasloco a Fontescodella, i commercianti insorgono: "Per noi è la mazzata finale, sarà una sconfitta per la città"

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di Chiara Gabrielli

"Il trasferimento della Questura da piazza della Libertà a Fontescodella segnerà la rovina del centro storico. Una mossa simile mette in ginocchio quelle poche attività che sono rimaste, di questo passo saremo costretti a chiudere". Sono le parole di Mario Nardi del negozio di dischi Mecca shop in corso Garibaldi, da ben 44 anni attivo dentro le mura: si concretizza l’ipotesi del trasferimento degli uffici della Questura e della Polizia stradale a Fontescodella, dopo che Comune e Ministero hanno siglato un accordo.

Nardi ha vissuto la trasformazione del centro: "Il declino è cominciato 20 anni fa, quando hanno iniziato a chiudere diversi negozi. Piano piano, ho visto scomparire le piccole attività, come gli alimentari o le rosticcerie – racconta Nardi –. L’altro giorno, mi hanno chiesto dove si poteva acquistare il pane. Ho dovuto rifletterci, non mi veniva in mente, alla fine l’unico posto vicino credo sia in piazza Mazzini. Non ci sono più famiglie, non ci sono più negozi. Chi viene a Macerata per farsi un giro paga 6 euro di parcheggio per fare cosa? La situazione è andata sempre peggiorando negli anni, qualunque sia stato il colore dell’amministrazione, c’è sempre stata miopia per le politiche relative al centro storico, sia sul fronte abitativo che su quello dei commercianti, e anche dei giovani. Ora per Natale non c’è nulla, solo la pista di ghiaccio. A Pesaro, invece, per fare un esempio, hanno coinvolto tutta la città nell’organizzazione di iniziative, ragazzi e bambini compresi". Ora, la notizia del trasloco della Questura, che avverrà con ogni probabilità nel 2024. "Per noi sarà la botta finale – sottolinea Nardi –. Oggi in tanti delle forze dell’ordine, di tutte le età, vengono in negozio, anche stamattina (ieri, ndr) sono venuti a chiedere se è arrivato il disco che hanno ordinato piuttosto che la maglietta. Se sposteranno la Questura, per noi commercianti sarà finita".

"Impossibile pensare che una cosa del genere sia un bene – sottolinea Aldo Zeppilli del Caffé Centrale in piazza della Libertà –, non solo per i clienti soliti, ma anche per tutto l’indotto che la Questura crea. Il trasloco rappresenta un grandissimo errore, un danno per tutti, una sconfitta per il centro storico e anche per gli ospiti che verranno in città, pensiamo a come sarà l’accoglienza di una qualsiasi autorità a Fontescodella invece che in centro. Si abbassa la qualità dell’accoglienza, una mossa che va a discapito non solo delle attività commerciali ma della città tutta. Una logica sbagliata, devono ripensarci".

Roberto Andreoli del bar Mercurio, in piazza della Libertà, sottolinea: "Di sicuro non posso esserne felice. Per noi, è l’ennesimo colpo di grazia, non me l’aspettavo. Capisco che per motivi logistici qui sia è scomodo per la Questura, ma per noi sarà un problema ulteriore. Negli anni abbiamo visto sempre più uffici lasciare il centro, e non c’è mai un ricambio, Penso anche alle banche, che si sono trasferite. È un cane che si morde la coda. Speriamo che si provveda con un ricambio immediato, sarebbe bello rivedere il tribunale in centro, ad esempio".

"Tanti poliziotti sono ormai di casa qui, dalla colazione alla cena – spiega Marco Guzzini del ristorante Di Gusto, in piazza Cesare Battisti – e, anche se mi rendo conto che devono esserci motivi ben precisi alla base di questa decisione, il trasferimento della Questura rappresenta un duro colpo per tutti. Ma chi fa il commerciante deve sapere affrontare le sfide quotidiane, e in questi anni già più di una volta il centro storico ha dimostrato di saper reagire, nonostante il terremoto, i gravi fatti di cronaca di Pamela e Traini, la pandemia. Così anche ora possiamo inventarci qualcosa e pensare ad esempio a convenzioni per chi della Questura volesse venire a mangiare in centro".

"Ci dispiace molto e per certi versi ci preoccupa – dice Luigi Santi, della pizzeria del Corso, in corso della Repubblica –, se ne vanno altri clienti. È un peccato. Negli anni ho visto chiudere tante attività. Eppure, quando si propone qualcosa, la città risponde, bastava dare un’occhiata al centro sabato e domenica scorsi, era pieno di gente, grazie anche alla pista di ghiaccio. Però ci sono molti momenti morti. È vero che noi lavoriamo molto con gli studenti, ma ci sono periodi dell’anno in cui gli universitari non ci sono".