"Ogni anziano è un mondo tutto da scoprire"

Dal servizio civile al lavoro nella casa di riposo, la 26enne Irene: "Qui c’è voglia di vivere e mettersi in gioco. Scambio intergenerazionale prezioso"

"Ogni anziano è un mondo tutto da scoprire"

"Ogni anziano è un mondo tutto da scoprire"

di Lucia Gentili

"La casa di riposo è stata una scoperta. Appena entrata, come impatto iniziale, vedendo una stanza di persone in carrozzina ho pensato alla sofferenza. Ma è bastato un attimo, il tempo di abbattere il ’muro’, e ho capito di trovarmi in un luogo pieno di vita. Ogni persona è una perla, da scoprire. Lo scambio intergenerazionale è un incontro prezioso". A parlare è la 26enne di Tolentino Irene Profeta. Sta per prendere la specializzazione all’Accademia di Belle Arti di Macerata (diploma di secondo livello in illustrazione per l’editoria). Sotto pandemia, cercando un progetto di servizio civile, ha notato un solo posto disponibile per la casa di riposo; una novità per lei, avendo fatto in precedenza solo esperienze con bambini e ragazzi, ai campi scuola e per le ripetizioni. Ma una scelta azzeccata. Finito il servizio civile, proprio alla luce del suo rapporto con i vecchietti, la struttura le ha chiesto di restare. Irene ormai da un anno è coordinatrice delle attività nella squadra del centro diurno (dipendente della cooperativa). E ha fatto da "ponte" con i ragazzi di Noi Tolentino-Oratorio Don Bosco: essendo anche all’interno di questa associazione per la promozione sociale, ha proposto ai giovani di animare il Martedì grasso. Primo assaggio di un progetto che potrebbe diventare più ampio. "Prima, senza conoscere, vedevo la casa di riposo come un universo parallelo – ammette Irene –, ci passavo davanti e pensavo fosse un posto triste, di abbandono, spento. E invece ho scoperto tanti anziani con voglia di vivere e mettersi in gioco. A Carnevale, per dire, una centenaria si è scatenata in pista ballando e soffiando stelle filanti. Quando ho cominciato il servizio civile sono stati gli stessi anziani a sciogliere il ghiaccio. E adesso non posso più fare a meno di loro. Hanno tante cose da raccontare e da insegnare, antiche tradizioni, arti, canzoni popolari, valori. La settimana scorsa i ragazzi dell’Oratorio Don Bosco hanno toccato con mano, senza pregiudizi: non si sono fatti scandalizzare dalla sofferenza, e sono stati felici di portare gioia". Sette i volontari in tutto, sei ragazze di età diverse e don Giacomo Pompei. "C’è stata subito piena adesione – aggiunge Martina Scattolini, nel direttivo dell’associazione –, anche da parte di chi non ha più la fortuna di avere i nonni. La casa di riposo non è un ’parcheggio’: qui gli ospiti vengono coccolati, amati, curati. Anche a nome degli altri giovani, posso dire che siamo pronti a metterci a disposizione".