REDAZIONE MACERATA

"Ok al commissario, ma per amministrare"

I consiglieri Nalmodi e Rovazzani ritengono che un commissario straordinario a Porto Recanati sia necessario, ma non per problemi di camorra, bensì per l'incapacità della maggioranza di amministrare la città. Il modello Caivano non è adatto, poiché lascia pensare che a Porto Recanati non si possa stare tranquilli.

"Ok al commissario, ma per amministrare"

"Riteniamo che un commissario straordinario a Porto Recanati sia effettivamente necessario, ma non per problemi di camorra, quanto per l’ormai evidenziata incapacità di questa maggioranza ad amministrare la città". Lo affermano i consiglieri comunali Maria Grazia Nalmodi e Alessandro Rovazzani, del gruppo di minoranza Porto Recanati 21-26. Entrambi tornano all’incontro di martedì, in Prefettura a Macerata, dove aveva partecipato il sottosegretario all’Interno, Emanuele Prisco, che si era detto favorevole all’ipotesi di un commissario straordinario per l’Hotel House, sul modello di Caivano. "Secondo il Comitato per l’ordine e la sicurezza, la nostra provincia resta un’isola felice in tema di sicurezza con il ‘buco nero’ dell’Hotel House – dicono Nalmodi e Rovazzani –. È stato ipotizzato di adottare il modello Caivano, un Comune campano che a ottobre è stato commissariato per infiltrazioni camorristiche. Per una città come la nostra che vive di turismo e commercio, riteniamo che questi accostamenti non giovino".

Inoltre, i due consiglieri di Porto Recanati 21-26 aggiungono ancora: "Ipotizzare l’adozione del modello Caivano, anche se circoscritto all’Hotel House, lascia pensare che a Porto Recanati non si possa stare tranquilli, né sicuri. Dopo due anni siamo contenti che il sindaco Andrea Michelini si sia reso finalmente conto che vanno censite le proprietà e individuate le persone che vivono all’Hotel House, però ci si aspettava che queste operazioni, in due anni, fossero già state eseguite. Ma lui ha dichiarato di trovarsi nella situazione di aver in mano un cerino accesso, perché sussiste un problema di sanità pubblica e di sicurezza all’Hotel House. Più che un cerino acceso, noi temiamo si tratti di una bomba, e che ancora oggi il sindaco Michelini non sia ben riuscito a inquadrare l’entità della problematica".