Omelia sull’aborto, bufera su don Leonesi

Il parroco dell’Immacolata: "È il peggiore degli scempi, è più grave questo o un atto di pedofilia?" E Sinistra italiana insorge

di Chiara Sentimenti

Aborto, pedofilia e sottomissione all’interno del matrimonio. Fanno discutere le parole pronunciate da don Andrea Leonesi, parroco della chiesa dell’Immacolata, durante la messa officiata martedì, nel corso della celebrazione "Fuci", dedicata agli universitari. Nell’omelia di una quindicina di minuti, il parroco, partendo dalle parole del Vangelo in cui si parla della missione del laico nella Chiesa, arriva all’attualità di ciò che sta accadendo in Polonia, dove ogni giorno centinaia di persone scendono in piazza per protestare contro la sentenza della Corte costituzionale, che inasprisce le regole sull’aborto. "In questi giorni ci ha colpito, e lo abbiamo detto con diversi sacerdoti, ciò che sta accadendo in Polonia, dove sono arrivati a fare una legge per cui anche il feto malformato non si può abortire – ha detto don Andrea nell’omelia – . Oggi una cosa simile prova a dirla in Italia. Un sacerdote polacco, infatti, mi raccontava che lì si stanno scatenando le femministe, entrano anche nelle chiese per protestare contro queste decisioni. Però è altrettanto vero, mi diceva un altro sacerdote polacco, che Santa Faustina aveva avuto un’ispirazione: la rinascita della chiesa sarebbe cominciata dalla Polonia. Perché fratelli, possiamo dire tutto, ma l’aborto è il più grande degli scempi. Mi verrebbe da dire una cosa: ma è più grave un aborto o un atto di pedofilia? Il problema di fondo è che siamo così impastati in una determinata mentalità, e con questo non è che voglio dire che la pedofilia non sia niente, è gravissima. Ma che cosa è più grave?" Parole forti che, grazie alla diretta streaming che la parrocchia ha messo a disposizione dei fedeli per seguire la messa anche da casa durante la pandemia, stanno facendo il giro del web, scatenando le prime reazioni. Il coordinamento provinciale della Sinistra italiana, infatti, ha già chiesto alla diocesi e al mondo cattolico di prendere le distanze dalle parole pronunciate dal vicario del vescovo. "L’aborto non è un gioco né uno scherzo, è tutela della libertà di scelta e della salute delle donne che, in una situazione come quella polacca, non smetteranno certo di abortire, ma saranno costrette a farlo in maniera illegale, senza il rispetto di alcuna norma igienica e senza alcun tipo di controllo sanitario – scrive il gruppo in una nota –. Se c’è una battaglia che va combattuta in Italia, è quella per arrivare a una piena attuazione della legge 194, non alla sua limitazione. È raccapricciante il confronto tra aborto e pedofilia, come se fosse davvero possibile scegliere un male minore, come se fosse normale confondere diritto e abuso". E dopo avere parlato di aborto, il parroco ha parlato anche del matrimonio, facendo riferimento alla lettura del giorno, tratta dalla lettera di San Paolo apostolo agli Efesini. "Un testo scandaloso, che nessuno ha sentito perché dice: le mogli siano sottomesse ai mariti – ha continuato don Andrea rivolgendosi ai fedeli –. Avete sentito che dice? Vi è scivolato sopra, non vi siete nemmeno accorti, meglio. Fumatevi qualcosa prima di venire qua, così non state attenti a queste parole che altrimenti ci mettono in crisi. ‘Le mogli siano sottomesse ai mariti’, capito care signore? E, continua la lettura: il marito è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa. Poi, però, San Paolo dice pure altro: voi mariti amate le vostre mogli come Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei. E io dico sempre ai fidanzati che avrei preferito fare la moglie, era meglio essere moglie almeno dovevo essere sottomessa e basta. Sarà stata dura, ma dare la vita per la propria moglie mi pare un po’ più difficile". Parole "insostenibili", per la Sinistra, "in un momento in cui il diritto della donna a una vita autonoma porta fenomeni di violenza domestica e femminicidi. La società evolve ed esiste una famiglia là dove ci sono amore e rispetto reciproco. Il giorno in cui la famiglia omosessuale sarà equiparata in tutto e per tutto a quella, per così dire, tradizionale, vivremo sicuramente in una società più giusta". Ma visto il polverone che si sta sollevando, don Andrea cerca di spiegare le sue parole. "Non volevo assolutamente dire che ci fosse una situazione più grave dell’altra – spiega il parroco –, la pedofilia e l’aborto sono due reati gravissimi, ma sull’aborto mi sembra che si sia perso il reale senso di gravità. Certamente non voleva essere un’offesa alle donne, da cattolico sono contro l’aborto e la pedofilia, ma dico che quello che sta accadendo in Polonia ci dà una speranza che la gravità dell’aborto possa essere riaffermata e se ne possa tornare a parlare. Parlando della lettera di San Paolo, infine, anche durante il corso per fidanzati, spesso scherzo anche con i ragazzi sul fatto che avrei preferito fare la moglie, perché dare la vita per l’altra, così come si chiede nella lettura al marito, non è cosa da poco. Voleva essere una battuta, ma forse non è stata capita".