Omicidio Civitanova, il braccio sfiorato ed è scattata la follia

Il racconto della ragazza che era con l’aggressore. Lui dal carcere chiede scusa: "Non ho rubato il telefonino, pensavo fosse il mio"

Civitanova, 31 luglio 2022 - Una sola parola di saluto, un braccio sfiorato: è bastato questo a innescare la furia omicida in Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, portandolo a uccidere Alika Ogorchukwu (video). A raccontare cosa sia successo in corso Umberto I, venerdì alle 14, è stata la giovane civitanovese che era con Ferlazzo, un uomo che soffre di disturbi psichiatrici per i quali è del tutto invalido, e che ora è in carcere con le accuse di omicidio volontario e rapina. Da qualche tempo, la ragazza aveva accolto in casa il 32enne salernitano. 

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Venerdì erano andati in centro. Ma arrivati lungo il corso, avevano trovato Ogorchukwu, che, come faceva spesso, era lì per vendere qualcosa e chiedere l’elemosina. Il nigeriano si era avvicinato ai due con un amichevole "Ragazzi". Ma lei, che lo conosceva già, lo aveva subito bloccato con un "no", per poi dirigersi verso un negozio. Ogorchukwu si era avvicinato ancora, "mi ha sfiorato un braccio, ma neanche ci ho fatto caso" ha raccontato agli agenti venerdì pomeriggio, sconvolta. Entrati nel negozio, Ferlazzo le aveva chiesto cosa fosse successo, se l’ambulante l’avesse strattonata o toccata. Lei aveva risposto di no, ma non aveva dato alcun peso né al gesto del nigeriano né alle parole del compagno.

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Lui invece era uscito, aveva raggiunto il 39enne e lo aveva aggredito. Ma la ragazza, rimasta nel negozio, lo ha scoperto solo più tardi. Sotto choc, ha atteso a pochi passi dal corpo dell’uomo, lungo il corso, per ore, fino a quando non è stata accompagnata in commissariato e ha potuto dire alla polizia quello che sapeva.

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"Chiedo scusa alla famiglia di quell’uomo. Non so neppure io cosa ho fatto, perché l’ho ucciso". Sono state queste le prime parole che Ferlazzo ha detto al suo avvocato Roberta Bizzarri, ieri mattina in carcere a Montacuto. Ha anche spiegato di non aver voluto portare via il cellulare alla vittima: dopo aver raccolto il suo orologio caduto a terra, ha preso anche il telefonino credendo fosse il suo. L’uomo ha una patologia psichiatrica, è bipolare, e per questo è invalido e ha un amministratore di sostegno, sua madre Ursula, che vive a Salerno. "Sono affranta per quello che ha fatto mio figlio – ha detto lei in lacrime -. Mi dispiace moltissimo per lui e per la vittima e la sua famiglia. Abbiamo avuto tanti problemi, ma non avrei mai pensato che potesse arrivare a una cosa del genere".

Domani mattina, in carcere a Montacuto ci sarà l’udienza di convalida dell’arresto, davanti al giudice Claudio Bonifazi. "Ma visto quanto sta emergendo, la prima cosa sarà chiedere una perizia psichiatrica" ha anticipato l’avvocato difensore Bizzarri. Martedì, invece, ci sarà l’autopsia, che il procuratore Claudio Rastrelli ha affidato al medico legale Ilaria De Vitis, per accertare la causa della morte.