Omicidio Civitanova, la vedova di Alika: "Perché non l'avete fermato?"

L'urlo di Charity Oriakhy e della comunità nigeriana. Le indagini: l'ambulante colpito con la stampella e poi finito a mani nude

Civitanova Marche, 30 luglio 2022 – La vedova di Alika Ogorchukwu, ucciso a mani nude ieri pomeriggio a Civitanova, e un folto gruppo di nigeriani che hanno parte della comunità nigeriana in Italia, hanno manifestato tutta la loro rabbia in corso Umberto I, dove ieri si è consumata la tragedia (video). Tragedia che la polizia esclude che sia stata alimentata dall'ordio razziale, ma è sfociata solo dalla richiesta dell'elemosina.

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La vedova di Alika stesa sull'asfalto per protesta
La vedova di Alika stesa sull'asfalto per protesta

La donna, Charity Oriakhy, si è stesa sull’asfalto e, assieme ai suoi amici, hanno gridato ripetutamente “Giustizia, giustizia”, mostrando la foto della vittima e sventolando la bandiera del loro Paese. Dopo essersi radunati nel punto dove c’è stata l’aggressione, in corteo si sono portati in piazza, davanti al loggiato del Comune, che si trova poco distante: "Perché non l'avete fermato? Perché non avete reagito?", chiedono i nigeriani a gran voce.

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L'omicidio a mani nude

Alika è stato seguito dall'aggressore, che poi lo ha colpito prima con la stampella, appartenente al 39enne, facendolo cadere a terra e "poi a mani nude fino alla morte". E' questa la ricostruzione della Squadra Mobile di Macerata. Le indagini sono partite dall'ascolto dei testimoni della brutale aggressione e con la visione delle immagini delle telecamere di sorveglianza in zona.  "Tutto sembra essere nato da una lite per futili motivi, con una reazione abnorme da parte dell'aggressore nei confronti della vittima che gli stava chiedendo l'elemosina", sottolinea la polizia che esclude dunque motivi legati all'odio razziale.

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Secondo il dirigente della Squadra Mobile di Macerata, Matteo Luconi, la rapidità del primo intervento da parte della polizia e aiutata da alcuni testimoni, ha permesso di "cristallizzare la situazione", bloccando immediatamente l'autore dell'aggressione, che è stato arrestato "in flagranza di reato per omicidio volontario e rapina".

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Quell'ultima brioche 

Si erano salutati la mattina presto, alla stazione di San Severino Marche, dove lei lavora come addetta alle pulizie. "Prendi una brioche" gli aveva detto, porgendogliela e preoccupandosi che il marito la mangiasse. È stato l'ultimo gesto di amore di Charity Oriachi, la moglie di Alika Ogorchukwu. Lui doveva prendere il treno per raggiungere la costa. È stato il loro ultimo incontro. Alcuni conoscenti l'hanno poi avvisata per telefono della tragedia ed è stata accompagnata in auto a Civitanova Marche. "Ora voglio solo giustizia per mio marito" ha detto piangendo.

Il sindaco: vergogna anche chi non ha fatto nulla

Sul luogo della manifestazione è arrivato poi il sindaco Fabrizio Ciarapica. "Esprimo le mie condoglianze. Mi dispiace tanto. Condanno fermamente il gesto di questa persona e anche chi non ha fatto nulla", ha detto a Charity, la vedova di Alika, promettendo il sostegno del Comune per lei e per i suoi bimbi, ora orfani di padre. Poi il sindaco ha accolto la donna nel suo ufficio.

"Stop kill the black", hanno continuato a gridare fuori dal Comune  i rappresentanti della comunità nigeriana. Lungo Corso Umberto I, luogo della tragedia, anche diversi italiani che hanno abbracciano la vedova, inconsolabile. La donna ha ripetuto spesso, mentre era sdraiata a terra,  "We need justice. Non si può morire così".

Acquaroli: "Ci costituiremo parte civile"

Intanto la regione Marche chiederà di costituirsi parte civile: "Insieme al dolore e al profondo cordoglio per la famiglia di Alika è necessario ribadire anche la ferma condanna di un gesto di folle e inaudita violenza, che non ha alcuna giustificazione e che lede tutti i marchigiani", dice il governatore Francesco Acquaroli. Le Marche- scrive su Facebook- "sono una terra accogliente e solidale: un fatto come quello di ieri è inaccettabile per la nostra comunità ed è completamente estraneo alla nostra cultura". Acquaroli invoca "tolleranza zero rispetto alla violenza, in ogni forma, con l'impegno sinergico di tutte le istituzioni. La Regione Marche chiederà di costituirsi parte civile nel procedimento che si aprirà, per difendere l'identità, i valori e l'immagine dei marchigiani e delle Marche. Siamo da sempre una comunità solidale, inclusiva e vogliamo rimanere tale, con l'impegno di tutti", annuncia infine. 

Le reazioni dal mondo politico

"L'assassinio di #AlikaOgorchukwu lascia sgomenti. La ferocia inaudita. L'indifferenza diffusa. Non possono esserci giustificazioni. E nemmeno basta il silenzio. L'ultimo oltraggio ad #Alika sarebbe quello di passare oltre e dimenticare", twitta il segretario del Pd, Enrico Letta. Per Roberto Speranza, leader di Articolo 1, "l' indifferenza è grave e ingiustificabile quanto la violenza". L' uccisione di Alika Ogorchukwu "ci lascia attoniti", scrive su Fb il leader M5s Giuseppe Conte che domanda "ma tutti i presenti che hanno ripreso con i loro smartphone la colluttazione senza provare a intervenire cosa faranno?". Antonio Tajani coordinatore nazionale di Fi esprime dolore e cordoglio ai familiari di Alika per un «evento estraneo alla natura di Civitanova Marche, da sempre una città aperta, pacifica ed accogliente".

Scambio polemico tra Corrado Formigli, conduttore di Piazza Pulita, Giorgia Meloni e Matteo Salvini. "Nigeriano invalido massacrato a bastonate da un italiano a Civitanova Marche. Attendiamo post indignati di MatteoSalvini e GiorgiaMeloni", ha twittato il giornalista. "Prima di usare la morte del povero Alika per la tua penosa propaganda, non potevi almeno esprimere solidarietà alla famiglia? Come puoi verificare, io la mia condanna verso questo brutale omicidio l'ho espressa e subito. Sciacallo", replica la leader di Fdi. "Penoso. Sciacallo. Così parla un'aspirante leader di governo. Chapeau. Felice comunque di aver contribuito col mio tweet a farle scrivere due parole per quella povera vittima», controreplica Formigli. Per Matteo Salvini «Non si può morire così. Una preghiera per Alika e un abbraccio alla sua famiglia, per l'assassino pena certa fino in fondo. Città allo sbando, violenze di giorno e di notte, non se ne può più: la sicurezza non ha colore, la sicurezza deve tornare ad essere un Diritto". "Una brutalità orrenda e scioccante. Tutta la solidarietà di Azione alla famiglia", dice il leader di Azione, Carlo Calenda. "È la morte della pietà", scrive la comunità di Sant'Egidio sottolineando "un episodio accaduto alle 14.30 in una strada normalmente affollata di gente, nel pieno centro di Civitanova Marche. C'è chi ha anche filmato ciò che accadeva, qualcuno ha urlato contro l'aggressore, nessuno è intervenuto".