Il 9 ottobre arriverà la sentenza di appello per la morte di Alika Ogorchukwu, il venditore ambulante nigeriano di 39 anni ucciso in corso Umberto I il 29 luglio del 2022. Filippo Ferlazzo, 33 anni, originario di Salerno, era stato condannato in primo grado a 24 anni per l’accusa di omicidio volontario aggravato dell’ambulante nigeriano. Ma ora il caso sarà riesaminato dai giudici di Ancona.
Quel pomeriggio Filippo Ferlazzo si trovava in compagnia della sua fidanzata quando si era imbattuto nel nigeriano che chiedeva l’elemosina, non lontano dalla stazione ferroviaria, in pieno centro a Civitanova. In seguito alla richiesta di qualche soldo da parte del nigeriano, che aveva toccato un braccio alla sua compagna, Ferlazo aveva avuto una reazione violenta. Aveva aggredito Alika Ogorchukwu, colpendolo prima con la stampella che il nigeriano era solito avere con sé per camminare in seguito a un incidente avuto qualche tempo prima, e poi lo aveva ucciso al culmine di una violenta colluttazione avvenuta a terra, sul marciapiede: il campano aveva bloccato il nigeriano salendogli sopra, a cavalcioni, e colpendolo ripetutamente fino a ucciderlo. Una scena di brutale violenza ripresa con gli smartphone da alcuni passanti e dai residenti della zona, allarmati dalle urla.
Ferlazzo era stato bloccato poco dopo in centro.
Ieri mattina in tribunale ad Ancona si è tenuta l’udienza. Il pubblico ministero Marina Tommolini ha chiesto la conferma della sentenza di condanna di primo grado, richiedendo in subordine alla corte di valutare l’effettiva sussistenza dell’aggravante dei futili motivi. Alla richiesta della procura si è associato l’avvocato Francesco Mantella, difensore di parte civile per la vedova dell’ambulante Charity Oriakhi, e per il figlio, che aveva dieci anni alla morte del padre. Per Ferlazzo invece l’avvocato difensore Roberta Bizzarri ha sostenuto la tesi della preterintenzionalità dell’omicidio, alla luce delle conclusioni della consulenza medico legale difensiva. L’avvocato ha chiesto anche di escludere l’aggravante dei futili motivi: un elemento che porterebbe alla riduzione di un terzo della pena per il trentatreenne. I futili motivi sarebbero dovuti al fatto che l’aggressione era scattata solo per la richiesta di elemosina da parte di Alika Ogorchukwu.
La corte, presieduta dal giudice Giovanni Trerè, ha dunque fissato la prossima udienza a mercoledì 9 ottobre, alle 13.30. In quel giorno sarà pronunciata la sentenza contro la quale comunque poi potrà essere presentato ricorso in Cassazione. Ferlazzo è tuttora in carcere.
Chiara Marinelli