Omicidio sul lungomare a Civitanova: la verità nella telefonata misteriosa

Dopo il colloquio Saidi si è precipitato a Civitanova, ha incontrato e ucciso Amri. L’aggredito è arrivato in ospedale ancora vivo, ma con una vasta perdita di sangue

Civitanova Marche, 11 agosto 2022 - Domani in tribunale a Fermo Saidi Haithem, il 26enne tunisino accusato di aver ucciso con una coltellata il cugino Rachid Amri sul lungomare sud di Civitanova, potrà dare la sua versione, chiarendo anche i punti ancora oscuri della vicenda. L’ipotesi degli inquirenti, è che ci sia lo spaccio di droga dietro quanto avvenuto lunedì sera nei pressi del parco Palatucci. Dopo una telefonata, Saidi Haithem da Porto Sant’Elpidio ha raggiunto il cugino, che bazzicava Civitanova.

Omicidio sul lungomare a Civitanova
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I due avrebbero discusso, e il 26enne avrebbe estratto un coltello con il quale avrebbe colpito il cugino all’emitorace sinistro. A quel punto uno straniero che era in zona avrebbe soccorso il ferito, e chiamando in aiuto un giovane di Servigliano avrebbe portato il tunisino all’ospedale. Al pronto soccorso Amri è arrivato ancora vivo, ma con una massiva perdita di sangue tra il polmone e le costole: le manovre di rianimazione purtroppo non hanno potuto fare nulla per fermare le conseguenze di una ferita che si è rivelata letale.

Subito, coordinate dal sostituto procuratore Stefania Ciccioli, sono partite le indagini condotte dagli agenti della Squadra mobile e del commissariato. La vittima, clandestino in Italia, è stata identificata e grazie al suo telefono c’è stata una prima pista, che ha portato gli inquirenti nel Fermano. A Porto Sant’Elpidio, i carabinieri hanno subito iniziato a sospettare di Haithem, anche lui in attesa del permesso di soggiorno, residente nei pressi dell’abitazione del fratello che invece è regolare in Italia.

Nel tardo pomeriggio, il tunisino ha lasciato il nascondiglio che aveva trovato nel condominio di via Reggio Emilia e si è consegnato ai carabinieri, che erano lì fuori. Nel suo appartamento sono stati trovati quasi 10 grammi di eroina, divisa in dosi. L’uomo avrebbe ammesso il delitto, avrebbe anche detto dove aveva nascosto gli abiti indossati lunedì sera, ma ora sarà importante quanto dirà domani in tribunale davanti al gip Maria Grazia Leopardi, nell’udienza di convalida del fermo chiesta dal sostituto procuratore Marinella Bosi.

Difeso dall’avvocato Giuliano Giordani, il tunisino potrà spiegare cosa sia successo lunedì sera. Il fascicolo del fermo sarà poi inviato a Macerata, dove è aperto quello sull’omicidio. Il sostituto procuratore Ciccioli disporrà, probabilmente, nei prossimi giorni l’autopsia sulla vittima del delitto, e altre indagini sono in corso anche su alcune dichiarazioni fatte da altri tunisini durante le ricerche del sospettato.