PAOLA PAGNANELLI
Cronaca

Operaio in un pozzo di 19 metri. Il pompiere eroe: “Era stremato. Gli ho detto: ora ne usciamo”

Castelraimondo, incidente sul lavoro nel cantiere della Pedemontana: 21enne in prognosi riservata. Il vigile del fuoco Petritoli: "Gli si chiudevano gli occhi, mi ha ringraziato con un filo di voce".

Il vigile del fuoco che ha salvato l'operaio caduto nel pozzo
Il vigile del fuoco che ha salvato l'operaio caduto nel pozzo

Castelraimondo (Macerata), 10 novembre 2023 – "Mi ha sorpreso che fosse un ragazzo più giovane di me. Lui era scioccato dopo quella caduta, ma gli ho detto: "Tranquillo Giuseppe, che adesso da qui ne usciamo’’". Riccardo Petritoli, 28enne di Tolentino, è il vigile del fuoco del distaccamento di Camerino che ieri mattina, senza alcuna esitazione, si è calato nel pozzo, scendendo a 19 metri sotto terra, per soccorrere l’operaio 21enne che era caduto lì, mentre lavorava nel cantiere per la realizzazione della Pedemontana a Castelraimondo.

Come è andata?

"L’allarme è arrivato verso le 8, la nostra squadra aveva appena preso servizio e siamo partiti subito per Castelraimondo".

Dove era finito l’operaio?

"Era caduto in un pozzo per i carotaggi. Per fortuna era largo circa un metro, così si poteva entrare abbastanza facilmente. Sono stato imbracato e sono sceso giù subito. Era buio, filtrava solo un po’ di luce dalla superficie ma comunque avevo portato la torcia, e per fortuna c’era abbastanza ossigeno grazie alla larghezza del pozzo. Giù in fondo era umido, ma è stata una fortuna perché il terreno era compatto, non c’erano acqua o fango, lo scavo era pulito e questo ha facilitato le operazioni di soccorso".

Il ragazzo come stava?

"Era ancora cosciente, ma sotto choc e molto ferito, al naso e alla testa, era insanguinato. Credo non sentisse ancora tutti i dolori per le fratture che aveva riportato nella caduta. Mi ha sorpreso che fosse un ragazzo giovanissimo, mi ha fatto effetto e mi è dispiaciuto per lui. All’inizio è stato collaborativo, si è tirato su per aiutarmi a legarlo, ma dopo un po’ non ce l’ha fatta più, è riuscito appena ad abbracciarmi ma era stremato. Ma 19 metri di caduta sono tanti, 7 o 8 metri possono già essere letali per una persona. Sono riuscito in qualche modo a stabilizzarlo, anche se lo spazio era limitato, e a riportarlo fuori dal pozzo. Mentre salivamo su, gli si chiudevano gli occhi. Appena arrivati in superficie lo abbiamo affidato al personale del 118, e poi è stato messo in eliambulanza".

Le ha detto qualcosa quando è arrivato da lui?

"No, non riusciva a parlare. Io avevo sentito che i colleghi lo chiamavano Giuseppe, e così l’ho chiamato anche io con quel nome. Gli ho detto: "Giuseppe tranquillo, da qui adesso ne usciamo". È riuscito a sussurrarmi appena grazie con un filo di voce. I colleghi invece ci hanno ringraziato moltissimo, quando è finito tutto".

Aveva mai fatto un intervento del genere?

"No, era la prima volta. Al corso per le tecniche di soccorso Saf, speleo-alpino-fluviale, ci insegnano le tecniche per queste operazioni, ma a me non era mai capitato di metterle in pratica dal vero".