Organico all’osso, il 118 in apnea "In servizio solo la metà dei medici"

Da Camerino-Matelica a Macerata-Tolentino: su 28 dottori previsti in organico, quelli effettivi sono 14. Il direttore Zamponi: "La situazione rischia di aggravarsi". Corsi: "Abbiamo chiesto quattro specializzandi"

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di Franco Veroli

"Purtroppo il problema c’è ancora e rischia di aggravarsi. Al momento non ci sono particolari difficoltà sulla postazione di Civitanova, ma ce ne sono su quelle di Camerino-Matelica e Macerata-Tolentino. Nel primo caso, per garantire gli interventi 24 ore al giorno, i medici previsti sono 13, ma quelli in servizio sono 7, cioè 6 in meno; nel secondo sono previsti 15 medici, ma quelli in servizio sono 7, cioè 8 in meno. Insomma, su 28 complessivi, esclusa Civitanova, mancano 14 medici, esattamente la metà". Ermanno Zamponi direttore del 118 in Area vasta 3 di Macerata, evidenzia come questo vitale servizio di emergenza risenta pesantemente di una cronica carenza di personale: al primo settembre 2021, mancavano all’appello nove medici, poi il numero non ha fatto che crescere. Certo, la pandemia ci ha messo del suo, ma la questione si era già presentata prima: non solo i medici non si trovano, ma anche quando se ne trova qualcuno, questo alla prima occasione migliore che si presenta assume un altro incarico. Qualcosa si sta muovendo. La Regione ha attivato uno specifico corso di formazione, ma sono pochi – comunque al di sotto della necessità – quelli che si sono iscritti. Ora si sta lavorando, di concerto con l’Università Politecnica delle Marche, per attingere agli studenti che stanno frequentando il corso di specializzazione.

"Per quanto ci riguarda – sottolinea Daniela Corsi, direttrice dell’Area Vasta 3 di Macerata – abbiamo chiesto di poter avere almeno quattro specializzandi che, dopo un tirocinio e un affiancamento sul campo, potrebbero coprire temporaneamente, per un anno, almeno una parte dei posti vuoti". La situazione del 118 si intreccia, inevitabilmente, con quella dei pronto soccorso, ugualmente in seria carenza di personale. "L’erogazione delle prestazioni di emergenza e urgenza in Area vasta 3 incontra un importante ostacolo nella consolidata carenza di personale medico specialistico, potenzialmente reclutabile con contratto di lavoro dipendente; in modo particolare si avverte la necessità di medici nell’ambito dei servizi di pronto soccorso, per dare rapida risposta ai pazienti che richiedono bassa intensità di cure (codici bianchi e verdi)", si legge nell’ultima determina (24 giugno scorso), con la quale si indice l’ennesima selezione per trovare medici ai quali conferire incarichi di prestazione professionale. Obiettivo per nulla facile da raggiungere. "Negli ultimi 24 mesi sono stati esperite diverse procedure di reclutamento per la copertura dei posti vacanti, che non hanno consentito di soddisfare le esigenze di potenziamento delle équipe mediche e di sostituzione delle unità cessate". Infatti, "dalla graduatoria dell’ultimo concorso pubblico è stata reclutata solo una unità a tempo indeterminato", mentre a seguito di un successivo avviso pubblico "è stato possibile conferire un solo incarico di collaborazione per dodici mesi, per l’ospedale di Civitanova, all’unico candidato presentatosi al colloquio".

In un altro avviso pubblico "non è stato conferito alcun incarico per indisponibilità dell’unico candidato partecipante". Infine, "è stato effettuato un avviso di selezione per conferire incarichi di prestazione d’opera professionale e autonoma a laureati in Medicina e Chirurgia, per i servizi di pronto soccorso, che ha consentito di assegnare quattro incarichi per dodici mesi". Nonostante questi sforzi, "vi sono ancora diversi posti vacanti nella Unità operativa complessa di Medicina e Chirurgia d’accettazione e d’urgenza dell’Area vasta 3".