Omicidio di Pamela Mastropietro, "Oseghale pagato per lavorare?"

La Lega accusa, dopo la visita al carcere. Latini: "Sarebbe paradossale se guadagnasse dei soldi"

Innocent Oseghale (Foto Calavita)

Innocent Oseghale (Foto Calavita)

Macerata, 29 maggio 2018 - "Abbiamo appreso che Innocent Oseghale, arrestato per la barbara uccisione di Pamela Mastropietro a Macerata, sta lavorando in carcere. Non è possibile che chi si è macchiato di un reato così grave, possa utilizzare il gratuito patrocino e paradossalmente guadagnare anche soldi". Così Giorgia Latini, deputata ascolana della Lega, dopo la visita al carcere di Ascoli organizzata da Andrea Nobili, garante per i diritti dei detenuti.

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Secondo quanto appreso dalla delegazione di parlamentari, il nigeriano farebbe lo spazzino in carcere. "Se Oseghale fosse retribuito – aggiunge Latini –, questa situazione dovrebbe cessare immediatamente. Non è ammissibile". Rincara la dose il senatore leghista Paolo Arrigoni: "Faremo chiarezza sulla situazione, se tutto ciò è vero è uno scandalo". Intanto oggi si discuterà davanti ai giudici del tribunale del riesame, ad Ancona, il ricorso fatto dalla procura per chiedere che l’arresto di Oseghale venga convalidato anche per l’accusa di violenza sessuale.

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Secondo l’accusa, Pamela è stata violentata quando non era in grado di difendersi, e poi uccisa perché non venisse scoperto quell’abuso. Il gip Giovanni Manzoni non ha condiviso questa ricostruzione, pensando che il rapporto possa essere stato consensuale; poi lei si sarebbe sentita male e lui, spaventato, l’avrebbe uccisa. Per questo il giudice non ha disposto la misura cautelare per violenza sessuale. Ora il tribunale del riesame valuterà la questione. Il nigeriano, difeso dagli avvocati Simone Matraxia e Umberto Gramenzi, resta in carcere.