Oseghale, il tesoretto. Aveva 30mila euro nella Postepay

Processo per droga. Versati 22mila euro in contanti. L’accusa: sono i soldi dello spaccio

Delitto Pamela Mastropietro, processo a Innocent Oseghale (Calavita)

Delitto Pamela Mastropietro, processo a Innocent Oseghale (Calavita)

Macerata, 23 marzo 2019 - Le mattonelle, la foto, la telefonata, i soldi: tutto passato al setaccio per dimostrare l’attività di spacciatore di Innocent Oseghale. Mentre davanti alla corte d’assise va avanti il processo sull’omicidio della 18enne romana Pamela Mastropietro, davanti al giudice Marika Vecchiarino è in corso il processo sull’accusa di spaccio. In questo procedimento Oseghale era imputato con Lucky Desmond e Awelima Lucky, che con il rito abbreviato sono stati già condannati rispettivamente a sei e otto anni di reclusione.

Ieri  in aula è stato sentito prima il professor Rino Froldi, al quale era stata sottoposta una immagine trovata nella memoria del cellulare di Awelima, scattata il 22 gennaio 2018. Il tossicologo ha dichiarato che quella nella foto poteva sembrare eroina, ma non c’è la certezza. Il pm Stefania Ciccioli ha poi chiamato il geometra Carlo Perfetti, che ha analizzato le mattonelle che si vedono nella foto e quelle nell’appartamento dove viveva Oseghale: secondo il geometra sarebbe lo stesso pavimento, ammettendo però che quel tipo di mattonelle era molto diffuso nelle case di quel periodo.

Il consulente informatico Luca Russo ha invece spiegato che la foto risulta scattata alle 15.01, e un minuto prima Awelima avrebbe chiamato Lucky; quella chiamata sarebbe partita dalla zona di via Spalato: Awelima poteva essere nella mansarda. Una questione interessante è stata poi illustrata dal colonnello Andrea Magliozzi della Guardia di Finanza. L’ufficiale, controllando i movimenti sulla Postepay del nigeriano, ha ricostruito un passaggio di circa 30mila euro. Di questi 3.550 erano quelli via via ricevuti dal Gus durante il periodo in cui Oseghale era ancora nel programma, altri 4.300 erano arrivati da vari amici e parenti nigeriani attraverso i bonifici, mentre i restanti 22.359 euro, versati in contanti sulla carta Postepay in due anni circa, erano di provenienza misteriosa, irrintracciabile.

Gli accertamenti della Guardia di finanza su Oseghale, arrivato in Italia nell’ottobre 2014, hanno riguardato il periodo tra il 2015 e il 2017. Il nigeriano, dopo l’uscita dal programma di accoglienza e senza documenti in regola, non risulta aver svolto alcun lavoro. Per questo il sospetto è che quei 22mila euro siano il ricavato della sua attività di spacciatore. La prossima udienza si terrà il 29 aprile, e saranno sentiti Awelima e Desmond, ritenuti suoi complici nell’attività di spaccio. «Ma Oseghale – spiegano gli avvocati difensori Simone Matraxia e Umberto Gramenzi – ha sempre ammesso di spacciare marijuana, negando però in maniera netta di aver avuto mai a che fare con l’eroina. Quella nella foto potrebbe essere qualsiasi cosa, e comunque non è dimostrato che la foto sia stata fatta a casa sua».

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