"Ottanta persone trattate col plasma immune"

La dottoressa Salvoni, responsabile del centro trasfusionale regionale: finora abbiamo raccolto 174 donazioni, la risposta è positiva

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di Marta Palazzini

"Plasma immune, sono state 174 le donazioni effettuate nelle Marche". Dati alla mano, è la dottoressa Giovanna Salvoni, responsabile del centro regionale per il sangue, a fare il punto su come sta andando lo studio e l’utilizzo del plasma come terapia "collaterale" contro il Covid-19. Al momento, in tutta Italia, si stanno svolgendo quattro trial clinici per verificare l’efficacia della cura. Dopo che la Regione in primavera ha aderito al protocollo "Tsunami", ovvero ha dato il via alla sperimentazione della terapia al plasma immune, in regione sono stati 230 i donatori convalescenti che si sono rivolti alle strutture trasfusionali per donare il plasma, e 174 sono state le donazioni, grazie alle quali fino a questo momento sono state prodotte 519 sub-unità di plasma. "Fino a oggi siamo riusciti ad arruolare principalmente coloro che erano già donatori, per questo finora è stata una selezione molto più veloce e facile: una volta che avevano superato i 14 giorni dai sintomi e avevano il tampone negativo, queste persone si sono rivolte alle strutture trasfusionali – spiega la dottoressa Salvoni –. Ma non ci sono solo i parametri Covid da rispettare, perché devono essere rispettati anche i classici criteri di idoneità per la donazione del plasma". In regione sono dodici le strutture trasfusionali nelle quali sono date tutte le informazioni ai convalescenti, e quindi fatta una prima selezione. Ma la donazione vera e propria avviene soltanto in tre strutture, a Pesaro, Ancona e Fermo, in questo modo si riesce a coprire tutto il territorio regionale. "Da quando il comitato etico della Regione Marche ha approvato la partecipazione al protocollo nazionale Tsunami, abbiamo cominciato a raccogliere il plasma – racconta la dottoressa –. È un protocollo molto stringente, ad esempio fondamentale è la quantità di anticorpi presenti nel plasma del donatore: sotto a un certo numero di anticorpi, diversi studi ne hanno dimostrato la scarsa efficacia. È stato comunque possibile adoperare il plasma immune anche per uso compassionevole: anche se non abbiamo ancora delle evidenze consolidate sull’efficacia della terapia, il plasma immune viene dato a quei pazienti per il cui quadro clinico i dottori ritengono possa risultare utile. Ci sono stati dei feedback molto positivi per alcuni pazienti, a cui è stato dato il plasma per uso compassionevole. In totale, finora, abbiamo trattato un’ottantina di pazienti". Alla luce di alcuni dati positivi e della necessità di avere le scorte di plasma, l’invito è di andare a donare. "È molto importante che quanti sono stati paucisintomatici o asintomatici vadano al centro trasfusionale più vicino e inizino il percorso". Sul fronte del sangue, invece, il neo presidente provinciale dell’Avis, Gaetano Ripani, dice che molti donatori hanno risposto alla chiamata della seconda ondata pandemica. "Nonostante qualche defezione per quarantena o positività al Covid, ci sono state molte donazioni – conferma –. La necessità resta comunque alta per tutte le altre malattie che purtroppo ci sono e dobbiamo fronteggiare: donare resta l’azione assolutamente sicura".