Padre preso in ostaggio, condannato a quattro anni

A 12 mesi dai fatti un 51enne nei guai per sequestro, lesioni e altri reati. Non è mai uscito dal carcere ed è stato dichiarato socialmente pericoloso.

Padre preso in ostaggio,  condannato a quattro anni

Padre preso in ostaggio, condannato a quattro anni

di Paola Pagnanelli

Accusato di aver sequestrato in casa il padre 84enne, e poi di lesioni, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento, detenzione di armi e di detenzione di 24 grammi di cocaina, è stato condannato a quattro anni e un mese di reclusione il montecosarese 51enne Gianluca Marzocco. Si è chiuso così ieri mattina il processo sulla notte di follia dell’8 giugno scorso quando per fermare l’uomo, del tutto fuori di sé, furono necessarie due scariche di taser e dosi massicce di sedativo. Intorno a mezzanotte, l’avvocato Simone Santoro e alcuni residenti di via San Lorenzo, a Montecosaro, chiamarono i carabinieri chiedendo aiuto: Marzocco era chiuso in casa, aveva legato su una sedia il padre e minacciava di ucciderlo. Alterato dalla cocaina, urlava brandendo una mannaia, e ogni tanto colpiva il padre alla testa, alla schiena, ai fianchi, camminando su vetri infranti e macchie di sangue. Carabinieri e vigili del fuoco avevano trovato la porta bloccata dagli elettrodomestici, e nessuna trattativa aveva successo con il 51enne, che continuava a prendere cocaina dal tavolo e non voleva neppure lasciare andare l’anziano, che intanto disperato chiedeva aiuto. Era stato necessario un blitz: i vigili del fuoco avevano smontato una finestra sul retro, mentre gli altri distraevano Marzocco, poi era stata staccata la corrente elettrica in quel momento di caos i carabinieri avevano fatto irruzione. Il montecosarese, imbottito di droga, aveva cercato di usare il padre come scudo. I militari avevano usato la pistola e impulsi elettrici e lo spray urticante, ma lui continuava ad agitarsi ferendo due carabinieri con i coltelli che aveva in mano. Finalmente, i sanitari del 118 erano riusciti a sedarlo. Fortunatamente, a parte lo choc il padre non aveva riportato ferite gravi; la madre, invalida, era rimasta a letto ed era illesa. Marzocco era stato portato in carcere, e da lì non è più uscito. In tribunale a Macerata ieri mattina per lui, dichiarato parzialmente incapace di intendere e di volere dallo psichiatra Gianni Giuli, si è tenuto il processo con il rito abbreviato. Come chiesto dal procuratore Giovanni Fabrizio Narbone, il giudice Giovanni Manzoni ha condannato l’imputato a quattro anni e un mese di reclusione, scontati i quali dovrà stare sei mesi in una Rems, una struttura protetta, visto che la perizia lo ha dichiarato anche pericoloso socialmente. Ora l’avvocato difensore Sandro Moroni potrà comunque fare appello contro la sentenza di primo grado.