
Palazzina studenti-anziani di via Mandela, per anni un monumento allo spreco e anche oggi simbolo del fallimento di una politica...
Palazzina studenti-anziani di via Mandela, per anni un monumento allo spreco e anche oggi simbolo del fallimento di una politica edilizia e abitativa, lasciata priva perfino del protocollo di intesa tra Comune e Regione, atto necessario a formalizzare l’ampliamento delle destinazioni d’uso e permettere che l’edificio venga utilizzato a pieno. Ventiquattro mini appartamenti e 21 mono camere nel progetto iniziale, costato 5 milioni di euro: due della Regione e tre del Comune, che per finanziarlo ha acceso un leasing della durata di 30 anni (dal 2012 al 2042) caricando sul bilancio una rata annuale di 239mila euro. Alla fine, tra rimborso della quota capitale più gli interessi, l’amministrazione verserà una tombola senza aver incassato quasi nulla dai canoni.
Bio edilizia e filosofia del risparmio energetico gli obiettivi che avevano accompagnato questo intervento, pensato a suo tempo anche per rispondere al bisogno di alloggi e con l’utopia di far convivere anziani e studenti. I lavori iniziarono nel 2009 e vennero ultimati nel 2012. Riguardo all’assegnazione degli appartamenti, il bando iniziale prevedeva venissero affittati a famiglie composte da anziani ultra 75enni (successivamente quota portata a 65 anni) e da studenti universitari – a Civitanova c’era il corso di mediazione linguistica – ma, vista l’impossibilità di trovare mercato tra queste categorie, la platea dei potenziali assegnatari venne ulteriormente allargata a persone separate/divorziate, a chi aveva la residenza fuori Comune che per motivi di lavoro necessitava di una residenza temporanea, a giovani con età inferiore ai 35 anni, a famiglie composte esclusivamente da giovani di età non superiore a 30 anni, a famiglie residenti in alloggi di edilizia residenziale pubblica che avevano perso i requisiti richiesti per la permanenza nell’alloggio per motivi di reddito.
Nonostante tutto passano altri anni, con il Comune sempre in difficoltà a riempire quegli appartamenti a causa degli alti costi di affitto applicati. E così nel 2019 Palazzo Sforza è costretto a integrare ancora il regolamento, per poter accogliere nella palazzina anche studenti iscritti all’Università di di Macerata e per poter destinare una parte del fabbricato – relativa al piano terra e al primo piano – pure alle attività didattiche e polifunzionali dell’Università di Macerata. Quando arriva il Covid tutto si ferma, in Comune la pratica viene lasciata in un cassetto e il nuovo schema per poter accogliere le nuove categorie non viene sottoscritto. Solo in questi giorni l’atto è stato approvato dalla giunta.
Lorena Cellini