Cadavere nelle valigie, sequestrata una mannaia insanguinata nella casa del nigeriano

Macerata, trovato anche un coltello nell'appartamento del 29enne accusato dell'omicidio di Pamela Mastropietro. Sabato sit in della comunità nigeriana

Innocent Oseghale e nel riquadro la sua vittima Pamela Mastropietro

Innocent Oseghale e nel riquadro la sua vittima Pamela Mastropietro

Macerata, 2 febbraio 2018 -  Una mannaia sporca di sangue e un coltello di grosse dimensioni sono stati sequestrati dai carabinieri del Ris nell'appartamento a Macerata di Innocent Oseghale, il 29enne nigeriano in stato di fermo per la morte di Pamela Mastropietro, il cui cadavere fatto a pezzi è stato trovato in due trolley nel Maceratese. I militari hanno lavorato fino a tarda notte nell'abitazione di via Spalato, dove hanno anche individuato macchie di sangue in vari punti dell'appartamento, in particolare sul balcone. 

Nella casa di via Spalato, dove Innocent Oseghale abitava da solo, sono stati trovati anche lo scontrino emesso dalla farmacia quella mattina per l’acquisto di una siringa e, in una busta nell’armadio, gli abiti indossati da Pamela al momento della scomparsa. 

Dalla scorsa primavera, poco dopo l’arresto per aver spacciato hashish a un minorenne, non aveva più il permesso di soggiorno Innocent Oseghale, arrivato in città nel 2014, era stato arrestato un anno fa dalla polizia, che dopo averlo visto spacciare a un ragazzino aveva perquisito la sua casa, trovando una ventina di grammi di marijuana. Per quel fatto, era stato rimesso in libertà e poi condannato; ma contro la sentenza aveva fatto appello e il procedimento è ancora in corso.  

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Ora il 29enne si trova nel carcere di Montacuto ad Ancona. Il pm Stefania Ciccioli ha depositato l'istanza di convalida del fermo. L'udienza di convalida slitta a domani. Sulla sua testa pendono le accuse di omicidio volontario, occultamento e vilipendio di cadavere.  

Restano ancora forti dubbi sulle cause della morte della 18enne. La prima autopsia sul corpo della ragazza non ha chiarito infatti le modalità del decesso. Secondo quanto appreso dagli investigatori non si esclude che la 18enne possa essere morta per overdose di stupefacenti, prima di essere smembrata. 

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Due testimonianze sono state cruciali. Mercoledì mattina, dopo il ritrovamento dei trolley con i resti della diciottenne, una ragazza ha detto di averla vista martedì mattina, mentre camminava con il suo trolley rosso e blu in via Spalato. Con lei c’era un ragazzo di colore. A quel punto sono state prese le immagini delle telecamere di una farmacia e di altre attività lungo quella strada, e così si è visto chi era con lei.

La seconda è quella di un camerunense che lavora dando passaggi in auto: si era presentato in questura spiegando di essere stato chiamato intorno alle 22.30 dal nigeriano, salito a bordo con due trolley, uno rosso e blu e l’altro grigio; si era fatto portare a Casette Verdini di Pollenza, aveva chiesto di fermarsi per lasciare le valigie e infine erano tornati in città. Il tassista all’inizio non si era insospettito, ma quando ha sentito la notizia del ritrovamento del corpo ha capito. 

Oggi l'uomo è stato sentito per oltre due ore nella caserma dei carabinieri di Macerata, è uscito verso le 15:30 accompagnato da una donna e non ha rilasciato alcun commento.

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L'intera comunità nigeriana di Macerata, l'Anolf e l'Ascim intendono organizzare un sit-in  sabato 3 febbraio dalle 17 in Piazza Cesare Battisti a Macerata. la comunità e le associazioni vogliono così esprimere «immenso dolore e sincera vicinanza alla famiglia della vittima e condannare fermamente ogni forma di violenza e strumentalizzazione rispetto al tragico evento».