Omicidio Mastropietro, Pamela e il mistero del tassista

La notte precedente al massacro incontrò un uomo che la ospitò

Pamela Mastropietro

Pamela Mastropietro

Macerata, 18 febbraio 2018 – Un tassista avrebbe ospitato, nella notte tra lunedì e martedì, la diciottenne Pamela Mastropietro appena fuggita dalla comunità, e intenzionata a tornare a casa sua, a Roma. Lo hanno scoperto i carabinieri, che indagando per far luce su tutti gli aspetti di questa vicenda orribile hanno trovato un testimone importante. Così un altro tassello si inserisce nel puzzle macabro sull’omicidio della diciottenne. 

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A quanto sembra dunque la giovane romana, che a Corridonia aveva tentato di disintossicarsi dalle sue dipendenze, sarebbe arrivata intorno alle 13 del 29 gennaio al paese dove, lungo la strada, avrebbe incrociato il moglianese. L’uomo le avrebbe dato un passaggio fino alla stazione di Corridonia e le avrebbe lasciato venti euro: gli unici soldi di cui lei disponeva. Pamela sarebbe così arrivata in treno nel pomeriggio alla stazione di Macerata. Qui si sarebbe aggirata per un po’, cercando il modo di arrivare a Roma; per il biglietto ci vogliono 17 euro. Mentre era lì, l’avrebbe avvicinata un tassista italiano, che le avrebbe proposto di aspettarlo fino alle 18.30, poi lui l’avrebbe ospitata a casa sua fino alla mattina seguente. E lei avrebbe accettato. 

Dalle indagini emerge come funziona lo spaccio a Macerata

Lo stesso tassista la avrebbe poi riportata alla stazione la mattina seguente. La diciottenne avrebbe tentato di prendere il primo treno per Roma, ma purtroppo era partito da pochissimi minuti, e così lei sarebbe rimasta sul binario. A quel punto, forse su indicazione dello stesso tassista, avrebbe avvicinato un ragazzo di colore che era lì e gli avrebbe chiesto se aveva dell’eroina. Lui avrebbe telefonato a un suo amico, e avrebbe passato il cellulare alla ragazza: "Vediamoci ai giardini – le avrebbe detto l’interlocutore –. Ricordati il mio nome, è Innocent". 

La testimonianza: "Altri due uomini con Innocent" - "Doveva partire per Roma"

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Così lei avrebbe preso un taxi e sarebbe arrivata ai giardini Diaz, dove avrebbe incontrato Innocent Oseghale. Anche se questa versione è ritenuta poco credibile dagli inquirenti, Oseghale ha sostenuto di non aver mai spacciato eroina, e per questo l’avrebbe messa in contatto con Desmond Lucky. I tre comunque si sarebbero incontrati allo stadio dei Pini. Poi Pamela sarebbe scesa verso via Spalato con Oseghale, fermandosi in farmacia per comprare una siringa e al supermercato per prendere qualcosa da mangiare, spesa pagata quasi del tutto dal nigeriano. Poi insieme sarebbero saliti nella mansarda, e lì sarebbe avvenuto un orrore di cui ancora non riusciamo a vedere i confini. 

Oseghale, primo fermato per l’omicidio, nega tutto. Uno dei trolley su cui era il corpo in pezzi della ragazza, a quanto emerso dalle indagini, era suo (l’altro era di Pamela); si tratta di una valigia metallizzata, che spesso entrava e usciva dall’appartamento e che quel giorno Innocent avrebbe richiesto indietro a Lucky, a cui l’aveva prestata. E ieri in serata Oseghale è stato trasferito dal carcere di Montacuto (Ancona) a quello di Marino del Tronto (Ascoli Piceno).

 

La telefonata di Oseghale: "La ragazza sta male"