Omicidio di Pamela Mastropietro, Innocent Oseghale: dal corso per pizzaiolo allo spaccio

Il ritratto, ricostruita in consiglio comunale la parabola del nigeriano in città. "Fallimento totale del progetto di accoglienza"

Innocent Oseghale

Innocent Oseghale

Macerata, 23 febbraio 2018 - Innocent Oseghale arriva in Italia il 26 agosto 2014. Dal progetto di prima accoglienza dell’Arci di Massa-Carrara, è stato poi inserito in qualità di richiedente asilo nel progetto Sprar di MaceratAccoglie su richiesta, il primo aprile 2015, del Servizio centrale. Nel progetto Sprar, di titolarità del Comune e gestito dal Gus, rimane dal 14 aprile 2015 al 7 febbraio 2017. Il percorso è terminato «in seguito a una revoca dell’accoglienza della prefettura di Macerata, richiesta dall’ente locale e dall’ente gestore del progetto in seguito a gravi violazioni del contratto e del regolamento di accoglienza, a causa di comportamenti non conformi alla vigente normativa sulle droghe tanto che in data 3 febbraio 2017, lo stesso veniva tratto in arresto».

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È quanto emerso dall’interrogazione che Andrea Marchiori di Forza Italia e altri consiglieri di minoranza hanno portato all’attenzione del consiglio comunale, per la richiesta di chiarimenti sulla partecipazione al progetto Sprar di Oseghale, uno dei fermati per la morte di Pamela Mastropietro. Ieri l’assessore Marika Marcolini ha quindi riassunto la storia di Oseghale, dal suo arrivo in Italia fino all’uscita dal progetto Sprar dopo l’arresto, quando è stato sorpreso a spacciare marijuana a un minorenne. Messo ai domiciliari in attesa dell’udienza di convalida, era stato poi rimesso in libertà data l’assenza di precedenti.

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Anche durante il percorso di accoglienza, Oseghale non aveva mai dimostrato particolare interesse per le attività per l’integrazione. Gli stessi operatori hanno segnalato scarsa adesione alle regole e scarso interesse e coinvolgimento nelle attività proposte, in particolare per il corso di italiano. Oseghale ha anche partecipato a un corso di formazione in pizzeria nel 2015 e uno da saldatore nel 2016, e il 12 maggio 2015 era stato regolarmente iscritto al Centro per l’impiego. Dopo l’uscita dal progetto, non si è più recato agli uffici del Gus, nonostante l’équipe si fosse resa disponibile ad attività relative per esempio all’aggiornamento del curriculum o per il disbrigo delle pratiche per il soggiorno.

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«È chiaro – ha ribattuto Marchiori – che ci sia stato un fallimento totale nel progetto di accoglienza di Oseghale. Speravo che fosse rimasto nello Sprar per breve tempo, invece in quasi due anni non è riuscito a integrarsi. Il protocollo d’intesa dà indicazioni stringenti in maniera quasi esasperata sulla condotta che i beneficiari devono condurre. Oseghale era libero di girovagare per la città, di procurarsi le sostanze e di spacciarle a minori, era schivo nelle attività proposte, ma nessuno evidentemente si era mai reso conto di nulla. Mi chiedo se non ci siano troppe persone inserite nell’accoglienza rispetto alla gestione offerta».  

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