Omicidio di Pamela Mastropietro, sit-in della mamma al Riesame di Oseghale. "Giustizia"

Il gip non aveva riconosciuto elementi sufficienti per contestare al nigeriano anche la violenza sessuale. Alessandra Verni: "Si indaghi a partire dalla comunità"

Il sit-in della mamma di Pamela Mastropietro con parenti e amici al Riesame di Oseghale

Il sit-in della mamma di Pamela Mastropietro con parenti e amici al Riesame di Oseghale

Ancona, 29 maggio 2018 - "Pamela è stata violentata e chiediamo giustizia per lei, chiediamo che le indagini vengano svolte a 360 gradi partendo dal momento in cui si è allontanata dalla comunità". Così questa mattina si è espressa Alessandra Verni la madre di Pamela Mastropietro la diciottenne fatta a pezzi a gennaio a Macerata.

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La donna insieme ad amici e familiari di Pamela  è stata ad Ancona, con striscioni e magliette commemorative, davanti al tribunale dove in mattinata si è svolto il riesame per Innocent Oseghale, considerato l'autore materiale del delitto. Il gip infatti non ha riconosciuto elementi sufficienti per contestargli la violenza sessuale, decisione che è stata impugnata dal procuratore Giovanni Giorgio e contestata anche dai familiari di Pamela, rappresentati dallo zio di Pamela, l'avvocato Marco Valerio Verni (VIDEO). La decisione nei prossimi giorni. 

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Fu comunque lo stupro il movente dell'omicidio di Pamela, per il Procuratore Giovanni Giorgio, che lo ha ribadito ai giudici del Tribunale del riesame di Ancona per chiedere l'applicazione del carcere anche per violenza sessuale. La decisione arriverà nei prossimi giorni. Per l'accusa, la giovane subì abusi mentre era stordita dall'eroina e venne accoltellata dal 29enne, dopo essersi sentita male. Per cancellare le tracce, dice la Procura, Oseghale fece a pezzi il corpo, pulendolo con candeggina anche nelle parti intime e tentando di farlo sparire. Le accuse sono respinte dai difensori, avvocati Umberto Gramenzi e Simone Matraxia, che affiancavano in aula Oseghale rimasto in silenzio