Omicidio di Pamela Mastropietro, Oseghale. "L'ho fatta a pezzi io"

Ma continua a sostenere di non avere ucciso la ragazza romana morta il 30 gennaio

Innocent Oseghale

Innocent Oseghale

Macerata, 31 luglio 2018 - "E' vero, sono stato io a fare a pezzi il corpo di Pamela. Ma lei era già morta di overdose". Innocent Oseghale, il 29enne nigeriano, accusato di omicidio, vilipendio e distruzione di cadavere  lo ha confessato ai magistrati che lo hanno interrogato nuovamente nel carcere di Marino del Tronto.  Ma ancora una volta l'uomo assistito dagli avvocati Simone Matraxia e Umberto Gramenzi, ha negato di aver ucciso Pamela che invece, ha raccontato agli inquirenti, avrebbe perso la vita in seguito al malore che non le ha lasciato scampo dopo avere assunto droga a casa sua. Ha anche ammesso di avere avuto un rapporto sessuale con la ragazza, la mattina del 30 gennaio in un sottopasso nei pressi dei Giardini Diaz, ma - secondo la sua versione - la ragazza romana era consenziente.

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Era stato lui a chiedere questo interrogatorio, per dare la sua versione fornendo una serie di elementi nuovi e per questo la procura aveva deciso di secretare gli atti per consentire alcuni accertamenti: undici giorni per verificare l'atroce verità raccontata da Oseghale e gli inquirenti, questa mattina, potrebbero aver chiuso il cerchio su una parte dell'omicidio.

"Sono stato io a farla a pezzi, ma quando era già morta - ha ribadito Innocent - è stata la droga a ucciderla. Ho provato a rianimarla ma inutilmente". Sarebbero poi stati poi solo Innocent e Pamela a salire nell'appartamento di Via Spalato 124 (senza la compagnia di Desmod, come il 29enne aveva dichiarato in un primo momento), dove la ragazza si sarebbe sentita male.

Quando ha capito che non c'era più nulla Oseghale si sarebbe fatto prendere dall'ansia: non voleva che la sua compagna scoprisse quanto era successo. "Sono sceso per comprare un borsone da un negozio gestito da cinesi", ha raccontato il giovane, ma una volta a casa ha scoperto che non era grande a sufficienza per contenere il corpo di Pamela. Da qui l'idea di smembrarlo (lo aveva sempre negato in precedenza) e di nascondere i resti in due trolley, con i quali è uscito di casa per portarli nella zona industriale di Pollenza, dove sono stati ritrovati il giorno dopo.

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Quello di oggi era il secondo interrogatorio. Dieci giorni fa Innocent Oseghale aveva chiesto di essere interrogato sull'omicidio della diciottenne romana Pamela Mastropietro, avvenuto lo scorso 30 gennaio a Macerata. In carcere dal 31 gennaio con l'accusa di essere stato lui a ucciderla, farla a pezzi, dissanguarla e lasciarla in due trolley sul bordo di una strada di campagna, l'uomo ha quindi confessato su alcuni passaggi dicendosi però innocente per l'omicidio.