Pamela Mastropietro, i pm: "Ergastolo per Oseghale, l'ha uccisa lui"

Il nigeriano è accusato dell'omicidio della la ragazza romana, 18 anni. "E' stata massacrata con due coltellate poi fatta a pezzi"

Pamela Mastropietro, travata a pezzi in una valigia, aveva 18 anni

Pamela Mastropietro, travata a pezzi in una valigia, aveva 18 anni

Macerata, 8 maggio 2019 - La condanna all'ergastolo è stata chiesta per Innocent Oseghale, accusato di aver violentato, ucciso e fatto a pezzi la ragazza romana di 18 anni Pamela Mastropietro (foto). Nel processo in corte d'assise in corso a Macerata, la procura ha ripercorso i fatti accertati e le prove raccolte durante le indagini. "Pamela non è morta per overdose - ha ribadito il sostituto procuratore Stefania Ciccioli -. È stata uccisa da due coltellate inferte all'emitorace. Era segregata in casa da Oseghale, e quando ha cercato di uscire per tornare a Roma è stata colpita. Era in terapia in comunità, aveva assunto stupefacenti: Oseghale ha approfittato delle sue condizioni per questo gli atti sessuali non si possono considerare consensuali". Inoltre, dalla ricostruzione fatta dalla pm, Lucky Awelima, uno dei nigeriani inizialmente coinvolti e poi scagionati dall'omicidio di Pamela Mastropietro, "sentì la ragazza piangere e lamentarsi mentre lui era al telefono con Oseghale, che in quel momento era in compagnia della giovane".

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''Oseghale - ha aggiunto il procuratore capo Giovanni Giorgio - guardava Pamela come oggetto sessuale idoneo a soddisfare le sue voglie, da cedere anche all'amico fidato Desmond''. Giorgio ha anche ricordato delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Vincenzo Marino, su quanto Oseghale gli avrebbe confessato in carcere ad Ascoli in merito al rapporto sessuale avuto con Pamela in casa. Ha citato anche un testimone, Antony Anyanwu, che avrebbe sentito l'imputato il giorno dell'omicidio. Tutti elementi per dimostrare l'omicidio e la violenza sessuale, per i quali è stato chiesto l'ergastolo. Oseghale è accusato di omicidio volontario, violenza sessuale, vilipendio e occultamento di cadavere.

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La difesa - avvocati Simone Matraxia e Umberto Gramenzi - ha chiesto e ottenuto, a fini difensivi, previo accordo e partecipazione della polizia giudiziaria, di effettuare un nuovo sopralluogo nella mansarda di via Spalato 124 dove si consumò il massacro.