Pamela Mastropietro, inchiesta bis: due indagati. Ma la Procura chiede di archiviare

L’inchiesta sui complici di Oseghale al capolinea, la famiglia della ragazza ha presentato opposizione. Sospettati altri immigrati in contatto con il nigeriano: sarebbero stati nella mansarda di via Spalato

Pamela Mastropietro

Pamela Mastropietro

Macerata, 25 marzo 2022 - Chiesta l’archiviazione per l’inchiesta bis sull’omicidio della 18enne romana Pamela Mastropietro. Ma due persone erano state indagate, e la famiglia della ragazza si oppone alla chiusura delle indagini. La notizia di una nuova inchiesta venne fuori a ottobre del 2020, mentre era in corso il giudizio in corte di appello per Innocent Oseghale, il nigeriano accusato di avere violentato, ucciso e fatto a pezzi la ragazza fuggita dalla Pars di Corridonia.

Il procuratore generale di Ancona, Sergio Sottani, aveva infatti deciso di avocare il fascicolo dalla Procura di Macerata. L’obiettivo era di trovare i presunti complici del nigeriano: restava infatti difficile credere che Oseghale fosse riuscito a compiere quello scempio sul corpo di Pamela tutto da solo, in un pomeriggio, eseguendo peraltro disarticolazioni piuttosto complesse. Le indagini furono affidate ai carabinieri del Ros, che da subito iniziarono a riesaminare tutta la vicenda.

Ogni accertamento è stato ripetuto, ogni risultato è stato ricontrollato per cercare di individuare degli elementi che potessero essere sfuggiti in un primo momento. A quanto sembra, le indagini avrebbero portato a sospettare di altri due soggetti, immigrati che sarebbero stati in contatto con Oseghale. Non si tratta però di Lucky Desmond e Awelima Lucky, i due soggetti che, a febbraio del 2018, furono arrestati, perché in un primo momento ritenuti possibili complici del delitto.

Sarebbero invece altre due persone, che da alcuni indizi sarebbero state presenti nella mansarda di via Spalato dove abitava Oseghale e dove è stata uccisa la 18enne. Con la prosecuzione delle indagini, però, questa pista non avrebbe condotto – a quanto sembra – a dei risultati concreti. Gli accertamenti, passati nelle mani dei magistrati Ernesto Napolillo e Salvatore Campochiaro, non sarebbero arrivati ad avere delle prove sufficienti a sostenere un’accusa, e così è arrivata la richiesta di archiviazione. Saputo dell’esito di questo secondo accertamento, i familiari di Pamela – assistiti dall’avvocato Marco Valerio Verni, che è anche lo zio della 18enne uccisa – hanno fatto opposizione, chiedendo invece al tribunale di approfondire le indagini e di fare luce su alcuni aspetti emersi nel corso di questa seconda inchiesta sul delitto.

L’udienza non è ancora stata fissata, ma si terrà davanti al giudice per le indagini preliminari di Macerata. Si terrà invece a Perugia l’appello bis per Innocent Oseghale. Dopo la condanna all’ergastolo della corte d’assise di Macerata e poi di quella di Ancona in appello, in Cassazione è stato accolto uno dei motivi di ricorso sollevato dagli avvocati difensori, Umberto Gramenzi e Simone Matraxia: la corte ha ritenuto che la sentenza non fosse adeguatamente motivata in merito alla violenza sessuale, il reato che ha fatto arrivare la pena all’ergastolo. Il punto, dunque, dovrà essere riesaminato a Perugia, dove peraltro ora è procuratore Sergio Sottani. Senza quel reato, il nigeriano potrebbe infatti essere condannato a trenta anni, per l’omicidio.