Pamela Mastropietro, la richiesta del pg. "Confermare l'ergastolo a Oseghale"

Il processo per l'omicidio della 18enne. "Possibili sviluppi su posizioni sospette". La mamma: "Voglio parlare con lui, deve dirmi la verità"

Caso Mastropietro, Oseghale in tribunale ad Ancona (Ansa)

Caso Mastropietro, Oseghale in tribunale ad Ancona (Ansa)

Macerata, 14 ottobre 2020 - Confermare l'ergastolo a Innocent Oseghale, unico imputato per l'omicidio di Pamela Mastropietro. E' la richiesta del procuratore generale di Ancona, Sergio Sottani, nel processo in corte d'assise d'appello all'uomo accusato di aver violentato e ucciso la 18enne romana per poi farne a pezzi il corpo e abbandonarlo in due trolley.

Aggiornamento La nuova udienza Nel riprendere la parola dopo la lunga requisitoria del pm Ernesto Napolillo, Sottani ha citato un pezzo della poesia "A tutte le donne" di Alda Merini concludendo rivolgendosi al giudice Giovanni Trerè: "Non vogliamo vendetta ma un processo giusto e una sentenza giusta. Chiediamo la conferma dell'ergastolo perché nessuna attenuante può essere data a questa condotta". 

"Parliamo di un terribile omicidio. Macerata, una città tranquilla, è stata sconvolta da una tempesta seguita tre giorni dopo dalla sparatoria di Luca Traini". Così Sottani aveva aperto la requisitoria nel processo.

L'imputato ha annunciato attraverso i difensori  gli avvocati Simone Matraxia e Umberto Gramenzi, di voler rilasciare delle dichiarazioni.

Migration

"Possibili sviluppi su posizioni sospette"

"Il processo è solo a carico di Oseghale: siamo assolutamente convinti come accusa, e in questo senso abbiamo concluso, che sia stato lui l'autore dell'omicidio. Poi ci sono alcune posizioni, che la stessa sentenza (di primo grado, ndr) indicava come sospette, su cui poi ci potrebbero essere sviluppi". Lo ha detto il procuratore generale di Ancona, Sergio Sottani, parlando con i giornalisti a margine della seconda udienza del processo.

Il Pg, al termine della requisitoria, ha chiesto per Oseghale la conferma della pena massima, così come l'avvocato Marco Valerio Verni, zio della vittima e che difende la famiglia Mastropietro, costituitasi parte civile. "Continuiamo a sostenere che non sia possibile che Oseghale abbia fatto tutto da solo - ha ribadito il legale – e ci saremmo aspettati che oggi confessasse finalmente chi fosse con lui quel maledetto 30 gennaio di due anni fa in quell'appartamento degli orrori". Lo spacciatore nigeriano continua a professarsi innocente e lo farà anche venerdì, in occasione della terza e ultima udienza del processo, quando sembra intenzionato a rilasciare una dichiarazione spontanea.

La mamma di Pamela: "Voglio parlare con lui"

"Un giorno vorrei parlarci, deve dirmi, guardandomi negli occhi, cos'è successo e dire chi sono i suoi complici". Così ad Ancona Alessandra Verni, la madre di Pamela Mastropietro, la 18enne romana uccisa e fatta a pezzi a Macerata il 30 gennaio 2018, prima del processo d'appello a carico di Innocent Oseghale, 32 anni, nigeriano, condannato in primo grado all'ergastolo per omicidio volontario aggravato dalla violenza sessuale, distruzione e occultamento di cadavere. L'imputato, difeso dagli avvocati Simone Matraxia e Umberto Gramenzi, sostiene di non aver ucciso Pamela e che la giovane morì di overdose, pur ammettendo di averne fatto a pezzi il corpo, nasconto dentro due trolley poi abbandonati in campagna. "Dice di essere pentito, piange? Anch'io piango ma non sono come lui, - aggiunge Verni - non riuscirei mai a fare del male a una persona. Deve parlarmi guardandomi negli occhi, dire quello che è successo, indicare i complici, altrimenti non ci credo".