Pamela Mastropietro, ci sono altri due indagati. "Abusarono di lei durante la sua fuga"

Violenza sessuale: indagati un uomo di Mogliano e un tassista

Pamela Mastropietro

Pamela Mastropietro

Macerata, 7 marzo 2019 - Sono indagati per violenza sessuale i due uomini che incontrarono  Pamela Mastropietro in fuga dalla comunità Pars ed ebbero rapporti sessuali con lei. Si tratta di un moglianese e di un tassista di origini argentine residente a Macerata. Il fatto è emerso ieri, nel processo in corte d’assise a Innocent Oseghale per l’omicidio della 18enne romana, commesso il 30 gennaio dell’anno scorso. Il moglianese fu il primo a incontrare la ragazza, arrivata dalla Pars alla stazione dei pullman di Civitanova. In cambio di un rapporto, le avrebbe dato qualche decina di euro e due preservativi, prima di lasciarla alla stazione di Corridonia. In treno, Pamela arrivò a Macerata. Fuori dalla stazione, incontrò il tassista argentino. Non c’erano più treni in partenza per Roma, così la ragazza accettò l’ospitalità dell’argentino. I due fecero cena ed ebbero un rapporto sessuale.

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Il giorno dopo, lui la riportò in stazione, ma troppo tardi: il treno era già partito. Pamela si mise in cerca della dose di eroina, incontrò Oseghale e a casa non tornò mai più. Né il moglianese, né l’argentino hanno contattato i carabinieri, quando si è diffusa la notizia della fuga dalla 18enne, e neppure quando si è saputo che era stata uccisa in modo atroce.

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«Abbiamo appreso in aula che loro sono stati indagati – ha detto poi l’avvocato Marco Valerio Verni, zio della ragazza e difensore di parte civile per la madre e il padre di Pamela –. A dicembre avevamo segnalato alla Procura che, alla luce della consulenza della criminologa Roberta Bruzzone, si poteva procedere d’ufficio con l’accusa di violenza sessuale. Pamela era in cura con gli psicofarmaci, soffriva di patologie psichiatriche, non aveva un soldo, non conosceva nessuno e non sapeva dove andare: era chiaro che non era in condizioni di autodeterminarsi in maniera libera e consapevole. Era in uno stato di minorata difesa e la dottoressa Bruzzone, nella sua consulenza redatta sulla base delle cartelle cliniche, sottolinea che chiunque era in grado di capire in quale stato fosse quella ragazza. Invece il tassista a cena le ha anche dato da bere degli alcolici, di sicuro poco adatti per una ragazza che assumeva i farmaci in comunità. Abbiamo sempre sostenuto che qualcuno si era approfittato di lei. La Procura ci aveva detto che la nonna, che era amministratore di sostegno di Pamela, avrebbe dovuto nominare un procuratore speciale per presentare una querela su questi episodi. Invece adesso abbiamo sentito in aula che i due uomini sono stati iscritti al registro degli indagati».

Il procuratore Giorgio e l’avvocato Verni (foto Calavita)

La novità è venuta fuori perché entrambi sono stati citati come testimoni, da sentire nella prossima udienza, mercoledì prossimo. Il procuratore capo, Giovanni Giorgio, e il sostituto Stefania Ciccioli hanno fatto presente alla corte d’assise che entrambi sono indagati formalmente per violenza sessuale ai danni della 18enne, dunque sarà da valutare se andranno sentiti con l’assistenza dei difensori.

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Nella prossima udienza, saranno sentiti anche la compagna di Oseghale, i funzionari dell’amministrazione penitenziaria, il tassista che portò Pamela ai giardini e disse subito ai carabinieri di averla incontrata in via Spalato (prima che si sapesse che era stata uccisa) e i carabinieri del Racis, che eseguirono i sopralluoghi nella mansarda di via Spalato.