Pamela Mastropietro omicidio, ricordo al veleno in Comune

Minuto di silenzio in Consiglio. Parte del centrodestra fuori dall’aula: "Farsa"

Il sit in fuori dal consiglio a Macerata

Il sit in fuori dal consiglio a Macerata

Macerata, 19 febbraio 2019 - Silenzio in aula e silenzio fuori dall’aula per ricordare Pamela Mastropietro. La scelta di commemorare la morte della 18enne romana, uccisa il 30 gennaio dell’anno scorso, con un minuto di silenzio in consiglio comunale ha diviso la politica. Mentre, infatti, il presidente Luciano Pantanetti leggeva alcune parole di ricordo e vicinanza nei confronti della famiglia Mastropietro, fuori dal palazzo alcuni esponenti politici locali, non solo consiglieri, Paolo Renna ed Elena Leonardi (Fratelli d’Italia), Riccardo Sacchi (Forza Italia), Gabriele Mincio (Città viva) e Francesca D’Alessandro (Macerata è nel cuore) sceglievano un altro tipo di silenzio, affidando poche parole a uno striscione: «Su Pamela potete solo fare silenzio».

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«Macerata è stata spettatrice di quanto è accaduto a Pamela Mastropietro. Macerata vuole ricordare, Macerata non dimentica – ha detto Pantanetti –. Macerata ha ricordato questo tristissimo evento in maniera privata, riservata, senza urlare e, oggi (ieri, ndr) questo ricordo lo manifesta in un luogo, il consiglio comunale, che è l’organo più alto della rappresentatività maceratese».

Dopo la morte di Pamela, ha aggiunto Pantanetti ricordando che è la prima volta che in Consiglio si commemora un cittadino comune, «Macerata non è rimasta a testa china, ma ha riflettuto, ha lavorato per far rinascere la speranza, affrontando i nodi veri e concreti di una comunità scossa da questa tragedia, ma che, nonostante tutto, non ha mai perso di vista le proprie radici di appartenenza e riconosciuto il valore della diversità e della tolleranza». Al minuto di silenzio hanno partecipato quasi tutti i consiglieri e i rappresentanti della giunta e, il presidente Pantanetti ha chiesto che chi si è macchiato di questo omicidio venga assicurato alla giustizia.

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«Macerata è anch’essa vittima di questa tragedia, è stata lacerata da una profonda ferita – ha concluso –, una ferita che per essere rimarginata ha bisogno che tutti coloro che si sono macchiati di questo crimine brutale, efferato, malvagio e barbaro, siano assicurati alla giustizia con un pena severa, severissima, così come chiede anche la famiglia. E noi lo chiediamo con più forza anche per un altro motivo, perché queste persone si sono rese responsabili a cascata di altri delitti che sono stati commessi in questa città. Noi viviamo sulle regole, una collettività si regge sul rispetto delle regole e chiunque violi queste regole, necessariamente dev’essere soggetto a una punizione». Una commemorazione che è stata definita una «farsa» dal consigliere Paolo Renna. «Il Comune se la poteva risparmiare – ha aggiunto – e organizzare qualcosa di più serio, come delle bandiere a mezz’asta, oppure scegliere la via del silenzio. Noi abbiamo scelto la seconda che ci sembra la più rispettosa».