CronacaPamela Mastropietro, quadro choc con Oseghale

Pamela Mastropietro, quadro choc con Oseghale

La famiglia della ragazza massacrata a Macerata: "Blasfemo, dissacrante e offensivo". La Galleria: "Non è stato esposto"

Il quadro con i volti di Pamela e Oseghale diffusa su Fb dall'avvocato della famiglia

Il quadro con i volti di Pamela e Oseghale diffusa su Fb dall'avvocato della famiglia

Macerata, 17 ottobre 2019 - Il volto di Pamela Mastropietro al posto di quello di una Madonna di Giovanni Bellini, con in braccio Innocent Oseghale invece di Gesù Bambino. L’immagine choccante realizzata da un artista torinese ha molto amareggiato i familiari della ragazza: «è stato superato ogni limite».

È stata proprio la famiglia, attraverso la pagina Facebook aperta per Pamela, a rendere noto quanto accaduto a Torino, in occasione di una mostra inaugurata il 20 settembre e chiusa il 12 ottobre. «Un’immagine blasfema, dissacrante e offensiva. Andremo fino in fondo, per capire come siano andate le cose» è stato il commento dell’avvocato Marco Valerio Verni, zio della 18enne romana uccisa e fatta a pezzi il 30 gennaio 2018 a Macerata.

Migration

Per quel delitto terribile, in primo grado è stato condannato all’ergastolo il nigeriano Innocent Oseghale. «Ne siamo venuti a conoscenza per puro caso – hanno scritto i familiari della ragazza -. Difficile non essere amareggiati. Ci dispiace che il viso di Pamela sia usato in questo modo, non avremmo avuto da ridire se fosse stato usato per messaggi positivi, ma che venga usato a nostra insaputa in un contesto del genere non fa che aumentare l’amarezza e la rabbia. Al di là di qualsiasi messaggio l’artista volesse mandare, è raccapricciante averne preso visione. Valuteremo le azioni più opportune».

L’opera è stata realizzata da Andrea Villa, definito il «Banksy di Torino» perché la sua vera identità è segreta. «Ma non è mai stata esposta – premette Riccardo Costantini, il gallerista che ha organizzato l’esposizione -. La mia galleria fa parte di una associazione torinese, Torino Art Galleries, che a settembre organizza una apertura collettiva serale. Per pubblicizzare quell’evento, mi era stata chiesta una immagine della mostra che avrei ospitato, “Salotto borghese, Italia agli immigrati”.

L’ho chiesta ad Andrea Villa e lui mi ha mandato quella. L’immagine è stata usata su Facebook e alcuni giornali l’hanno ripresa per annunciare l’appuntamento. Poi però Villa ha deciso di non esporla più e non l’abbiamo più utilizzata. Se avessimo voluto speculare sulla provocazione, l’avremmo riproposta, invece non l’abbiamo fatto. Purtroppo però in internet resta tutti e così ora, a mostra chiusa, è ritornata fuori. Capisco la reazione dei familiari, ma posso assicurare non c’era alcuna intenzione di colpirli dopo quello che hanno vissuto».

La decisione di rinunciare a quell’immagine è stata dello stesso autore: «Ho preferito non esporla per rispetto della famiglia: mi sembrava fosse un po’ troppo – ha spiegato Andrea Villa -. Da sempre faccio ricerca sui mass media. La mia riflessione è stata come l’immagine di Pamela sia stata sfruttata da alcuni per motivi puramente propagandistici. Volevo criticare come alcuni politici e giornalisti che hanno cercato di strumentalizzare la vicenda e come la realtà venga distorta per tante vicende tragiche».