"Pamela uccisa da Oseghale: è certo"

L’avvocato Verni: leggerò con attenzione le motivazioni della Cassazione per l’appello bis sulla violenza sessuale

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"Intanto, è ormai assodato che Oseghale abbia ucciso Pamela. Sul resto, aspettiamo di leggere bene le motivazioni della Cassazione. Ma comunque ormai c’è qualche punto fermo su quanto accaduto". Così l’avvocato Marco Valerio Verni, zio della 18enne romana uccisa a Macerata il 29 gennaio 2018, e parte civile nel processo per i genitori della ragazza, commenta le motivazioni della decisione con cui, a febbraio, la Cassazione ha ritenuto necessario un appello bis per motivare meglio la condanna per violenza sessuale. "Va ricordato – ribadisce l’avvocato Verni - che la sentenza a questo punto è definitiva sull’omicidio: Innocent Oseghale ha ucciso Pamela con due coltellate, l’ha fatta in 25 pezzi, la scuoiata, decapitata, le ha tolto gli organi interni, ha fatto sparire il 20 per cento della sua pelle, l’ha lavata con la candeggina e poi l’ha lasciata sul ciglio di una strada. Oseghale è una persona che ha fatto questo, che era illegalmente in Italia, aveva abusato della protezione internazionale mentendo, ed era stato già condannato per spaccio. Nei due gradi di giudizio, i suoi difensori hanno messo in dubbio anche questo, hanno sostenuto che a Pamela fosse stata fatale un’overdose. Ora invece è stabilito che è un assassino e su questo non possono più esserci dubbi. Quanto alla violenza sessuale, leggeremo e valuteremo con attenzione quali siano le motivazioni per cui la Cassazione ha rimesso gli atti alla corte d’appello di Perugia". La Cassazione ha ritenuto non ben motivata l’accusa di violenza sessuale nella sentenza della corte di Ancona. Ora tocca a Perugia rileggere gli atti e valutare come concludere. Nel caso i giudici confermassero la condanna per violenza sessuale, Oseghale potrebbe essere di nuovo condannato all’ergastolo. Qualora, invece, la corte umbra non ritenesse provata questa accusa, la pena potrebbe scendere a trenta anni di reclusione. Come prove del reato erano stati indicati vari elementi: il fatto che Pamela avesse un disturbo della personalità border line, avesse assunto molti psicofarmaci mentre era in terapia alla Pars e avesse preso una dose di eroina nella mansarda di Oseghale, elementi che renderebbero viziato il suo eventuale consenso a un rapporto sessuale. Secondo la tesi dell’accusa, la violenza sessuale avrebbe scatenato una reazione in Pamela, e Oseghale, temendo una sua denuncia, l’avrebbe uccisa. Dunque l’abuso sarebbe anche legato al movente dell’omicidio. Ma ora questi elementi dovranno essere rivalutati a Perugia.

Paola Pagnanelli