Pasqua tra i disperati di Idomeni: "Cibo e medicinali per i migranti"

Cinque maceratesi nel campo profughi al confine tra Grecia e Macedonia

La carovana di aiuti

La carovana di aiuti

Macerata, 27 marzo 2016 - Sono arrivati ieri alle 14.30 a Idomeni, sul confine greco-macedone, dopo un lungo viaggio in traghetto e via terra: partiti da Ancona venerdì mattina, i cinque maceratesi sono ora nel campo profughi al centro delle cronache internazionali in questi giorni, per il grave stato di tensione e di emergenza del campo. Al momento sono ammassate lì 12mila persone. Con la loro marcia nell’ambito della campagna internazionale «Overthefortress», promossa dal progetto Melting Pot, insieme con altri trecento attivisti provenienti da vari Paesi europei, sul campo ci sono i maceratesi Giulia Falistocco, Marco Di Battista, Stella Nanetti, Simone Romiti e Fabio Salvatori.

In tanti dai centri sociali delle Marche, sono attivisti dell’associazione Ambasciata dei diritti, del Csa Sisma di Macerata e del Csa JollyRoger di Civitanova. Anche il Gus (Gruppo umana solidarietà) ha aderito e offerto il suo sostegno all’iniziativa che prevede la consegna di cibo, medicinali e vestiti. Da ieri, e per tutta la giornata di oggi, «siamo impegnati nel lavoro di distribuzione ai migranti – spiegano i maceratesi da Idomeni – dei materiali raccolti attraverso la rete dei centri sociali in Italia Overthefrotress. Non si era mai vista una partecipazione così numerosa dei volontari, siamo più di trecento. In questi giorni ci dividiamo in due gruppi. Uno, attivo qui, a Idomeni, nel gigantesco campo profughi, un altro in un campo profughi che sta in una stazione di servizio, una località senza nome. Andiamo ad aiutare anche lì». «La carovana degli attivisti – continuano i maceratesi, sottolineando i motivi che li hanno spinti ad aderire – è arrivata sul posto alle 14.30 di oggi (di ieri, ndr). Oltre al lavoro di solidarietà, la nostra presenza qui vuole essere anche un atto politico, che rivendica con forza i diritti di chi fugge da guerra e povertà e che denuncia l’accordo, vergognoso, tra l’Unione europea e la Turchia, accordo in base al quale non sarà più possibile, per i migranti che provengono dal mar Egeo, richiedere asilo in Europa. Questo accordo prevede respingimenti di massa in Turchia, un’azione tra l’altro proibita dalla Convenzione dei diritti umani».

Le adesioni alla marcia sono state tantissime da tutta Italia, e a queste si vanno a sommare le varie delegazioni europee da Germania, Austria, Slovenia e Croazia, associazioni e realtà impegnate nell’accoglienza, nelle pratiche sportive antirazziste e nelle scuole d’italiano. E oggi, oltre a continuare a distribuire materiali, per lo più beni di prima necessità, si dovrebbero tenere sul posto incontri con collettivi e associazioni greche che sostengono i migranti. Il rientro in Italia è previsto per dopodomani (sbarco ad Ancona alle 16.30 di martedì).

«L’accordo – spiegano gli attivisti – rappresenta la crisi profonda di una governance europea che è morta nelle acque del mar Egeo e del Mediterraneo, sprofondata nel fango di Idomeni, imbrigliata nel filo spinato di Rozske, annegata davanti alle coste di Lesvos, demolita dalle ruspe di Calais, ferita mentre scavalcava le recinzioni di Ceuta e Melilla. Di fronte a questa Europa, che periodicamente si ritrova a discutere nelle stanze asettiche a Bruxelles, stringendo le mani insanguinate di dittatori senza scrupoli e operando scelte indecenti, c’è però la potenza e la forza di chi pratica una nuova idea di Europa».