
La firma del patto educativo nell’ambito di «Digital minds?»
"Digital minds?" è un progetto che contrasta disagio giovanile e dispersione scolastica. È stato firmato un patto educativo tra l’ente promotore dell’iniziativa, la cooperativa Il Faro, e i partner coinvolti tra il pubblico e il privato. La proposta è stata sostenuta dall’associazione Piombini Sensini, l’Ircr, le scuole e il Comune di Macerata.
"È stato un percorso pluriennale che ha messo in rete molti soggetti per costruire una comunità educante inclusiva, stabile e integrata", racconta Marcello Naldini, presidente de Il Faro. "Il progetto è stato avviato nel febbraio 2023 e terminerà a giugno, per una durata totale di 28 mesi. Rivolto a minori, adolescenti e giovani, ma anche a famiglie ed anziani, ha convolto professionisti e comunità per contrastare abbandono scolastico e disagio giovanile. Sensibilizzando sui temi, cerchiamo di capire se i bisogni che hanno i giovani a Macerata sono comuni ad altri territori. Mettendoci insieme fronteggiamo le difficoltà", spiega Arianna Frascarelli, la capoprogetto.
Nel 2019, prima del Covid, l’abbandono scolastico nelle Marche era dell’8,5%; nel 2022 è diminuito fino al 5,8%. L’anno successivo è però tornato a crescere, superando il 6%. "Questo dimostra come il fenomeno ha bisogno di attenzione. Siamo qua per condividere buone prassi educative, come quelle fatta a Macerata. Vorremmo metterci in dialogo con altri territori per capire quali sono state le azioni più efficaci – prosegue Frascarelli –, con questo patto speriamo di iniziare un dialogo più ampio, mettendo in rete ancora più realtà come associazioni culturali e sportive. Tramite un’analisi con diversi ambiti territoriali, abbiamo visto come le criticità manifestate dai nostri giovani sono comuni a più territori. Parliamo, nel dettaglio, non solo di abbandono scolastico, ma anche del fenomeno Neet, di difficoltà sociocomportamentali ed esclusione".
Durante la mattinata, coordinata dal giornalista Adolfo Leoni, Elena Forgione ha illustrato i risultati del progetto, di cui "beneficiano anche i genitori, che hanno partecipato ad attività come supporto allo studio, percorsi di orientamento, ascolto psicologico, laboratori di narrazione emotiva e centri estivi. I bisogni dei giovani sono costruire relazioni e superare ansia e stress derivati dalle performance richieste. C’è anche la necessità di spazi dove passare il tempo al di fuori delle scuole", ha spiegato Forgione.
Il patto educativo firmato rappresenta l’eredità del progetto e sancisce l’impegno a costruire una comunità locale educante, un’alleanza e un’intesa formale che unisca istituzioni, amministrazioni, cittadini e ambiti territoriali allo scopo di valorizzare i talenti dei giovani.