
Francesco Migliorelli, ex sindacalista in pensione, ha raccontato quello che ha vissuto dopo sei giorni al pronto soccorso in attesa di essere ricoverato
"Riteniamo grave che un paziente in attesa da una settimana di ricovero disposto dal personale del pronto soccorso dell’ospedale di Macerata sia stato sottoposto ad accertamenti della polizia per aver inscenato una protesta sobria, pacifica, dal tono assolutamente civile e solidale con le lavoratrici e i lavoratori del pronto soccorso. Avere un posto letto era suo diritto: non è certo colpa dei pazienti se i reparti sono saturi". E’ quanto scrivono i deputati marchigiani del Pd, Irene Manzi e Augusto Curti, che annunciano un’interrogazione – firmata anche da Matteo Mauri – ai ministri dell’Interno Matteo Piantedosi e della salute Orazio Schillaci.
"È abbastanza sconcertante – sottolineano – che di fronte all’esibizione di un cartello con cui il paziente ringraziava il personale sanitario e chiedeva di poter essere ricoverato, dopo una settimana di sosta, la risposta sia stata l’identificazione da parte delle forze di polizia". Secondo Manzi e Curti la risposta ipersecuritaria si associa, purtroppo, alla riduzione significativa degli investimenti sul sistema sanitario nazionale da parte del Governo Meloni e all’incapacità della Giunta Acquaroli di gestire il sistema sanitario regionale. "Di fronte alle legittime proteste dei cittadini, la risposta è soltanto repressiva. Chiediamo che si faccia chiarezza sull’episodio. I cittadini pagano le tasse e hanno diritto almeno ad essere trattati con rispetto e dignità". Sul caso interviene anche Ninfa Contigiani, segretaria del Pd di Macerata. "Il caso di Francesco Migliorelli, molto conosciuto in città – afferma - non è solo tale da portargli tutta la nostra solidarietà, ma è occasione emblematica per riflettere su cosa sia rimasto della sanità pubblica dopo la cura Acquaroli – Saltamartini".
"Un paziente, l’ennesimo degli ultimi mesi – prosegue – rimane bloccato in pronto soccorso in attesa di ricovero per sei giorni. Osa protestare, con civiltà e senza arrecare disturbo alcuno, esponendo semplicemente un cartello, in silenzio. A questo punto ci si immagina che la dirigenza dell’Ast si affretti a portare scuse e attenzione. E invece no. Arrivano le forze dell’ordine ad identificare il paziente (che è noto all’Ast perché paziente). A che pro l’identificazione, se non per far pressione? Che c’è da identificare quando tutto è stato fatto a viso scoperto e con nome e cognome già documentato?".
Contigiani invita quindi a cercare di capire come sia possibile che accada tutto questo. "Succede perché la sanità marchigiana è stata ridotta a brandelli dalla destra che ci governa, succede perché i tagli di nastri e la messe di foto celebranti non hanno il potere di far partire le case di comunità con gli ambulatori per il territorio, succede perché aumentare le sezioni giuridico-amministrative del sistema sanitario regionale (le Ast) è servito solo ad aumentare gli impiegati amministrativi e i vari livelli dirigenziali, ma non a rinnovare il contratto o ad assumere gli operatori sanitari che servono".
La segretaria del Pd denuncia quindi il disinteresse per l’ospedale provinciale "dove solo la professionalità indefessa del personale medico, infermieristico e ausiliario tenta di compensare la politica sanitaria, squilibrata e pericolosa, che non bada ai bisogni dei marchigiani ma al ritorno di consenso politico". Infine, "succede – conclude la Contigiani - perché quando un assessore si fregia di rispondere in pubblico che bisogna telefonare a lui per ottenere una prestazione dal Cup è chiaro che sta dichiarando il proprio fallimento, esprimendo però la boria del potere che si compiace del suo privilegio". Sul caso è intervenuto anche Matteo Ricci, europarlamentare Pd e candidato alla presidenza della regione Marche: "Identificare un pensionato per una protesta pacifica è il segno di un fallimento: la giunta Acquaroli ha smantellato la sanità marchigiana e ora reprime chi chiede solo dignità".