"Paziente violentata in ospedale". Infermiere di Macerata sospeso

Il provvedimento di Maccioni: non potevamo far finta di nulla

Macerata, infermiere accusato di violenza sessuale (Foto di repertorio Newpress)

Macerata, infermiere accusato di violenza sessuale (Foto di repertorio Newpress)

Macerata, 15 novembre 2018 - Sospensione cautelare dal servizio per cinque anni (salvo revoca) con conseguente dimezzamento dello stipendio (con corresponsione, se dovuti, degli assegni familiari e della retribuzione individuale di anzianità). Questa la decisione del direttore dell’Area vasta 3 Alessandro Maccioni, nei confronti dell’infermiere F. B., indagato per una presunta violenza sessuale consumata lo scorso luglio all’interno dell’ospedale di Macerata nei confronti di una paziente ricoverata nel reparto di Psichiatria.

Una scelta legata alla decisione che martedì scorso l’Ufficio dei procedimenti disciplinari della stessa Area vasta ha inviato al direttore dopo aver condotto la propria indagine interna, un iter del tutto autonomo da quello della magistratura condotta in relazione al contratto di lavoro e ai regolamenti interni. Il 15 luglio scorso l’infermiere era già stato allontanato dal servizio per 30 giorni «vista la gravità dei fatti segnalati, per tutelare l’incolumità delle persone e garantire il regolare svolgimento delle attività assistenziali», sottolineò Maccioni. Un mese dopo, però, è tornato al lavoro, anche se assegnato a una mansione non a contatto con il pubblico. Maccioni, però, nel frattempo aveva trasmesso il provvedimento di sospensione all’Ufficio per i procedimenti disciplinari affinché accertasse quanto accaduto al di là della rilevanza penale di cui si occupano i magistrati, visto che si configurava anche una violazione del contratto di lavoro, considerato che la violenza sarebbe stata consumata in orario di servizio e, per di più, all’interno dell’ospedale.

Secondo Maccioni qualcosa di «inaccettabile, lesivo della dignità di tutti gli altri operatori, dei pazienti e dei cittadini», una condotta «vile e delittuosa», come era stata definita anche dalla questura di Macerata. L’Ufficio ha effettuato la sua indagine e, pur non avendo raccolto elementi tali da arrivare, almeno per ora, a una decisione più drastica, vale a dire quella del licenziamento, ha ricostruito però quello che si presenta come un quadro problematico, tale da procedere alla sospensione dell’infermiere. «Assumo certi provvedimenti sempre con dispiacere e amarezza. Ma è chiaro che quando si configura un comportamento discutibile o censurabile dal punto di vista etico e professionale non si può far finta di nulla», afferma Maccioni. Intanto l’indagine della Procura prosegue. E saranno determinanti le conclusioni a cui questa perverrà: non solo per stabilire la verità dei fatti ma anche, conseguentemente, per capire quale sarà la sorte lavorativa dell’infermiere. Maccioni, infatti, ha già chiarito che se fosse accertata la violenza sessuale, non ci saranno margini di discussione: scatterebbe il licenziamento.