"Penso che a mia nonna non mancasse nulla"

Il nipote indagato: "Il centro antiviolenza? Chiedetelo a chi glielo ha messo in testa". Gli avvocati: famiglia scossa dalla vicenda

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di Paola Pagnanelli

"Penso che a mia nonna non mancasse niente". È quanto ha detto ieri a Sky Tg24 Enea Simonetti, il nipote di Rosina Carsetti, 78 anni, accusato con il nonno, Enrico Orazi, di favoreggiamento, mentre la madre Arianna Orazi è accusata di omicidio. Tutti e tre, inoltre, sono indagati anche per simulazione di reato. Alla domanda sul fatto che la nonna Rosina si era rivolta a un centro antiviolenza, parlando di maltrattamenti che avrebbe subìto in famiglia, il nipote ha risposto "non so" perché lo abbia fatto, "chiedetelo a chi glielo ha messo in testa". "Certo che sono dispiaciuto (per la morte dell’anziana, ndr)", ha aggiunto, e in merito al fatto di essere indagato con madre e nonno: "Che vogliamo fare? La giustizia italiana è questa..." Ieri mattina, Enea Simonetti è tornato con la madre Arianna in via Pertini, a Montecassiano, nella villetta dove vivevano con Rosina, sotto sequestro, anche per dare da mangiare ai cani che aveva portato lì Arianna, dopo essersi trasferita a vivere con la madre. Cani peraltro che, a detta di alcuni vicini, abbaiavano rumorosamente appena qualcuno si avvicinava alla casa, e che invece la sera del 24 dicembre sarebbero sempre rimasti tranquilli. Nella loro casa, per il momento, i tre familiari non possono tornare. La Procura ha notificato ieri ai difensori, gli avvocati Laura Ricci, Sergio Del Medico, Chiara Arcangeli e Gianni Padula, il provvedimento di sequestro, necessario per completare tutte le indagini scientifiche affidate ai carabinieri specializzati del reparto operativo di Macerata. Questi accertamenti serviranno anche a individuare eventuali tracce del rapinatore che, a detta dei tre parenti della vittima, sarebbe entrato in casa quella sera. Per il momento, non sembra siano stati trovati riscontri a questa versione, ma le indagini sono in corso e non è trascurata alcuna ipotesi in maniera aprioristica. I carabinieri stanno sentendo anche altre persone vicine alla famiglia. Tra questi, l’altro figlio di Rosina Carsetti, che però si era in qualche modo allontanato dalla sua famiglia di origine. Il giorno di Natale, è stato chiamato in caserma dai carabinieri, e anche lui ha confermato alla fine la tesi della sorella, del padre e del nipote. "Questa famiglia è molto scossa dalla vicenda – si limitano a commentare i difensori –, dopo avere perso una parente a cui volevano bene". Per il resto, nessuna dichiarazione da parte degli indagati, che al momento si sono trasferiti in un albergo in attesa di potere tornare, nella loro casa.