Terremoto, caso Peppina. Il giudice dice no al dissequestro della casetta

Odissea infinita, respinta la richiesta della famiglia. Mancano una serie di documenti previsti dalla normativa

Giuseppa Fattori

Giuseppa Fattori

Fiastra (Macerata), 30 dicembre 2017 - Niente dissequestro per la casetta di Peppina. Il giudice ha infatti respinto l’istanza presentata dai familiari della 95enne Giuseppa Fattori, e l’anziana per ora dovrà rimanere lontana dalla sua amata Fiastra. Dopo l’entrata in vigore del decreto «salva Peppina», alla luce di questa norma appena approvata, l’avvocato Bruno Pettinari ha chiesto al tribunale di dissequestrare la casetta abusiva, costruita ad agosto senza autorizzazione paesaggistica dalla figlia di Peppina, Gabriella Turchetti, e dal marito di quest’ultima, Maurizio Borghetti, per esaudire il desiderio dell’anziana di rimanere a San Martino di Fiastra.

La procura però ha dato parere negativo al dissequestro, spiegando che per ottenere la sanatoria dell’abuso edilizio la legge impone una serie di adempimenti: bisogna documentare di avere predisposto il progetto per ricostruire la casa lesionata dal sisma, dichiarare di rinunciare al contributo per l’autonoma sistemazione, garantire la demolizione della casetta abusiva appena sarà di nuovo agibile quella lesionata, e produrre le certificazioni antisismiche, tutte cose da fare tassativamente entro il 31 gennaio.

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Di tutta questa documentazione, per il caso di Peppina in tribunale non ci sarebbe traccia. La procura ha anche fatto un controllo con il Comune di Fiastra, senza però trovare riscontri sull’avvio delle pratiche per la casa di San Martino di Fiastra. Per questo motivo, è arrivato il parere negativo, che il giudice Domenico Potetti ha condiviso, respingendo la richiesta di dissequestro.

Peppina, dunque, rimane a Castelfidardo. «Mamma si è ripresa bene fisicamente, dopo l’ospedale – racconta Gabriella Turchetti —, ma psicologicamente è parecchio giù. Quando è lontana da casa sua, dal luogo dove ha trascorso quasi per intero la vita, è come se pian piano perdesse l’energia vitale. Speravamo nel regalo di Natale, di poter festeggiare il 25 dicembre nella casetta. Tuttavia non è stato così».

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Ora i familiari potranno chiedere di nuovo il dissequestro, ma dovranno farlo con tutti i documenti necessari. Lo stesso vale anche per gli altri terremotati che si sono costruiti una casetta, per fronteggiare l’emergenza. In procura ci sono al momento una quarantina di segnalazioni che finora sono rimaste congelate, in attesa della sanatoria, che poi è stata approvata.

La procura ha scritto a tutti i Comuni su cui ricadono gli abusi di segnalare i casi per cui sono state avviate le pratiche della ricostruzione, uno dei passaggi per ottenere la sanatoria. Al momento però, ancora nessuno ha depositato in procura l’istanza di sanatoria in base alla nuova legge. Da più parti è stato fatto presente che il «salva Peppina» salva appena, forse, solo Peppina, e che per altro questi abusi si sarebbero potuti prevenire autorizzando – ma entro certi limiti – le casette fatte in forma autonoma dai cittadini.