"In permesso dal lavoro gestivano un resort in Kenya"

Marito e moglie, dipendenti dell’Agenzia delle entrate, a processo per truffa

Il tribunale di Macerata

Il tribunale di Macerata

Macerata, 1 ottobre 2022 - L’assistenza a un parente malato o il volontariato in Africa sarebbero stati la scusa per andare a gestire un resort in Kenya, per due dipendenti dell’Agenzia delle entrate. Ecco perché ora i due, marito e moglie, sono accusati di falso ideologico e truffa.

Imputati sono i maceratesi Massimo Alimenti e Nadia Montecchiari. I fatti sarebbero avvenuti tra il 2013 e il 2016. Secondo l’accusa i due avrebbero chiesto prima un mese, poi due e infine anche tre mesi di permesso con il part time verticale, in particolare da gennaio a marzo, una volta anche ad agosto. La motivazione sarebbe stata all’inizio quella di assistere il padre di lei, malato e poi defunto a settembre del 2014, e poi per svolgere un progetto di volontariato in Africa, con una associazione di beneficenza.

In una occasione, Montecchiari avrebbe anche mandato un certificato firmato da un medico keniota, in merito a fortissimi dolori che le avrebbero impedito di muoversi e tornare al lavoro. Ma a un certo punto la Guardia di finanza aveva fatto dei controlli, scoprendo che nel periodo di malattia dell’anziano la figlia e il marito si trovavano in Kenya, alla Winny House di Watamu, risultata di proprietà di Alimenti. Il progetto di beneficenza non sarebbe mai stato esplicitato, e per altro non si sarebbe mai capito il collegamento tra la coppia e la onlus con sede a Roma.

Sui vari siti di recensioni turistiche, le fiamme gialle avrebbero trovato parecchi commenti di ospiti del resort Winny House da parte di clienti che ringraziavano i proprietari per l’accoglienza e i vari servizi proposti; la struttura infatti non avrebbe offerto solo stanze, ma anche safari, gite in barca ed escursioni.

Quanto ai ricavi di questa attività, i finanzieri non avrebbero trovato traccia nelle denunce dei redditi dei due indagati che, sentiti in proposito, avrebbero dichiarato di non dover dichiarare quelle entrate in quanto non proprietari, o di dichiararle in Kenya; ma le movimentazioni bancarie, per l’accusa, avrebbero rivelato che dei ricavi sarebbero arrivati alla coppia.

Così per loro sono partite le denunce e giovedì mattina si è aperto il processo. Il giudice Federico Simonelli ha rinviato l’udienza per sentire il primo testimone citato dal pm Francesca D’Arienzo, un funzionario dell’Agenzia delle entrate. Anche i due imputati, difesi dagli avvocati Giancarlo Giulianelli  e Paolo Parisella, potranno dare la loro versione dei fatti e chiarire come siano andate davvero le cose.