Perseguitata dall’ex a Macerata. "Ecco la mia vita nel terrore"

Condannato ma libero: camionista ai domiciliari dopo l’ennesima aggressione. L’odissea della donna: "Vorrei solo che mi lasciasse vivere in pace"

Donna maltratta dall'ex:  "La mia vita nel terrore"

Donna maltratta dall'ex: "La mia vita nel terrore"

Macerata, 30 marzo 2023 – ”Mi aveva bloccata tenendomi i polsi, e stando sopra di me mi diceva: “Vedi, non arriva nessuno, io adesso posso farti quello che mi pare’’. Per fortuna invece poi sono arrivati i carabinieri e lo hanno portato via. Io non so più cosa fare dopo tanti anni, tante richieste di aiuto, tante denunce. Mi dispiace anche dover rompere le scatole, ma vorrei solo poter vivere in pace".

Tra la paura e il desiderio fortissimo di riuscire a voltare una pagina, una donna racconta l’ultima aggressione subita dall’ex compagno, ora che lui, un camionista fermano residente in provincia, dopo l’ennesimo episodio è finito agli arresti domiciliari. Nel raccontare la lunga storia di tormenti subìti, la donna minimizza gli episodi, non cerca vendette né giustizia, ma solo una via di uscita.

"Ho iniziato una relazione con quest’uomo nel 2019, forse sono stata un’ingenua. In genere era una persona normalissima, ma in alcuni casi diventava violento. Mi ha rotto le costole, diverse volte sono finita al pronto soccorso. Dopo aver subito violenze fisiche e psicologiche, a ottobre del 2020 sono scappata e l’ho denunciato". La donna ha descritto le scenate, le aggressioni, una delle quali finita con una prognosi di un mese, i pedinamenti.

Al camionista è stato messo il braccialetto elettronico per un periodo. "Ma ha sempre continuato a cercarmi. Io cercavo di non esasperare la situazione. Ma poi degenerava e dovevo fare altre querele. Ad agosto del 2021, dopo ripetute violazioni del divieto di avvicinamento è stato portato in carcere".

Passati un paio di mesi, la misura è revocata e lui torna libero. "Appena uscito dal carcere, ha ricominciato come prima". Con il rito abbreviato, il camionista è stato condannato a tre anni e quattro mesi per maltrattamenti, lesioni, danneggiamenti. "Io intanto ho cambiato casa, ma mi ha trovata". Sono ripresi i pedinamenti, le telefonate a tutte le ore. "Ripete che ama solo me e vuole tornare con me. Quando non ci sono entra in casa mia, si fa le foto e me le manda. Ogni volta che torno dal lavoro, spero che non ci sia. Ho sempre paura. Ho fatto altre querele, ogni volta che lo trovo davanti casa chiamo i carabinieri, che ormai conoscono la mia storia. Mi dispiace anche per questo, e per le persone che vivono nello stesso stabile e vedono arrivare le pattuglie: mi vergogno molto".

La notte tra l’11 e il 12 marzo la situazione è precipitata. "A mezzanotte sento bussare alla finestra. Era lui. Ho chiuso tutto, ma con una spallata ha sfondato la porta. Ho fatto in tempo a chiedere aiuto al 112 che lui era in casa, mi ha strappato il cellulare, mi ha presa per i polsi e mi ha bloccata sul letto. Era fuori di sé. Mi diceva che poteva fare quello che voleva, che non sarebbe arrivato nessuno". Invece sono arrivati i carabinieri e lo hanno portato in caserma. Due ore dopo è tornato da lei, "ma almeno non è entrato".

La condanna è stata confermata in appello. Dopo l’ultimo episodio e le altre denunce della donna, la procura ha chiesto una misura cautelare per il camionista, che nei giorni scorsi è stato messo ai domiciliari. "A me non interessa che vada in carcere, ma solo poter tornare a essere sicura, non avere paura, fare una vita normale. Io credo che lui abbia bisogno di essere aiutato, so che la notte che è piombato da me prima aveva dato in escandescenze in un bar. Non può continuare ad andare in giro così. Io sono troppo stanca, anche di dover chiedere aiuto, voglio essere lasciata in pace".