Pezzanesi: "Sì al termovalorizzatore Crea meno problemi di una discarica"

Il presidente del Cosmari: serve un impianto di ultima generazione, in grado anche di produrre energia "Non ha senso demonizzare a priori questa soluzione, magari si può realizzare fuori dai centri abitati"

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di Franco Veroli

"La carica che ricopro è sotto la lente dell’Anac e, se dovesse emergere un pronunciamento negativo, non starei un minuto di più in questo posto. Ma fino a quando sono in carica farò di tutto per migliorare la situazione nell’interesse dei cittadini e dell’ambiente. E a questo scopo è utile anche il termovalorizzatore". Giuseppe Pezzanesi, presidente di Cosmari srl è chiaro, non ci gira intorno. "I termovalorizzatori, come dimostrano le esperienze in tanti paesi d’Europa, ma anche quelle di Milano, Brescia e Venezia, creano meno problemi delle discariche. Nella gestione dei rifiuti siamo una realtà virtuosa, siamo già un’eccellenza – sottolinea Pezzanesi –, ma bisogna guardare avanti tenendo conto dei cambiamenti e delle possibilità di perfezionare la situazione attuale".

Il presidente ha parole di elogio per i 600 dipendenti che "svolgono il loro lavoro come una missione", evidenzia gli importanti risultati raggiunti sul fronte della raccolta differenziata, l’attivazione progressiva dei green point e della tariffa puntuale, il progetto per la realizzazione del biodigestore (già trasmesso al governo lo scorso 14 aprile) che produrrà anche biometano, e quello per lo smaltimento dei pannoloni. "Ma abbiamo anche qualche criticità. Ora abbiamo risolto il problema dell’abbancamento dei rifiuti ampliando la discarica di Fosso Mabiglia a Cingoli, ma è una soluzione a tempo, che scade nell’autunno del 2023. Il percorso da seguire per scegliere un nuovo sito è sicuramente più lungo, con il conseguente rischio di essere costretti a portare i rifiuti fuori provincia con un aggravio notevole dei costi", sottolinea il presidente. "Si può fare meglio, dobbiamo fare meglio. Premesso che il faro che ci deve guidare nella effettuazione del servizio non è solo la sua efficienza, ma la salute delle persone e l’ambiente, noi crediamo che si debba ragionare sulla realizzazione di un termovalorizzatore che, tra l’altro, ci consentirebbe anche di produrre energia. Naturalmente parlo di un impianto di tecnologia avanzata, che dia garanzie certe in termini di sicurezza, come quelli di alcune realtà del nord che abbiamo intenzione di visitare presto. Magari lo si può prevedere fuori dai centri abitati, anche se laddove esistono in alcune realtà d’Europa, come Vienna, sono nel cuore della città. Diciamo che si può avere questa attenzione, ma demonizzare questo tipo di impianto a priori non ha senso". C’è un però, ed è la posizione della Regione. "Ho visto, ho visto – prosegue Pezzanesi –. Certo che se la Regione non prevede questa opportunità nel piano ci crea qualche problema. Ma la risposta che si intende dare mi pare inadeguata. Si prevede una discarica per provincia. Mi chiedo: qual è la novità? E, poi, la discarica, oltre a comportare più rischi, è un intervento ormai superato".

Massimo Principi, funzionario dell’Ata, esprime una posizione più articolata, ma simile. "Gli interventi di trattamento dei rifiuti – spiega – devono agire in più direzioni, serve un’azione diversificata. In quest’ambito ritengo che l’incenerimento possa essere una delle modalità, poiché il conferimento in discarica deve rappresentare l’extrema ratio. L’Europa ci dice che entro il 2035 in discarica deve finire al massimo il 10% dei rifiuti. Attualmente siamo al 30%, dobbiamo riuscire a realizzare una riduzione corposa".