
Alberto Latini con la moglie Elisa Gusmini
Recanati, 26 giugno 2025 – Un’aggressione brutale, vigliacca e incomprensibile è quella subita dal recanatese Alberto Latini, 88 anni, residente in via dei Cappuccini, una zona appartata del centro storico dove l’assenza di vicinato e l’isolamento rendono tutto più pericoloso.
“Mi hanno aggredito in due, senza alcun motivo, mentre una ragazza, che assisteva alla scena, teneva al guinzaglio il suo cane. Mi hanno preso a pugni e buttato a terra. Ho riportato tre punti all’occhio destro, tagli al volto e un trauma cranico facciale e sono finito in ospedale. Non potevo difendermi, ho anche problemi alla spalla”, racconta con la voce ancora spezzata dalla paura. Il racconto dell’anziano è inquietante. A colpirlo, alcuni giorni fa, sarebbero stati due minorenni che da tempo si radunano davanti casa sua bivaccando sotto l’impalcatura del vecchio palazzo Antici, oggi in restauro. Un gruppo che, a detta di Latini, si distingue per arroganza, atteggiamenti di sfida e assoluta mancanza di rispetto. Più volte aveva chiesto loro, senza mai alzare i toni, di fare attenzione mentre giocavano con un pallone che finiva spesso nel suo orto, danneggiando fiori e coltivazioni. “Avevo lasciato il cancelletto aperto, entravano come se fosse casa loro”, spiega. L’aggressione non è un episodio isolato. Lo stesso gruppo, secondo quanto denunciato, avrebbe rotto una finestra lanciando un mattone e addirittura staccato una traversa del ponteggio finita nella finestra del bagno.
Un crescendo di violenza che ha trasformato la vita di Alberto e della moglie, Elisa Gusmini, in un incubo quotidiano. Quel giorno, anche lei era presente in casa. È intervenuta per difendere il marito, armata della racchetta che usa per camminare. “Ho colpito uno dei ragazzi – racconta – nel tentativo di allontanarlo da mio marito, stava per afferrare il bastoncino metallico quando l’altro gli ha detto di lasciarmi stare perché ormai avevano finito quello che avevano cominciato”. I due anziani vivono ora nella paura. Dopo l’aggressione si sono rivolti ai carabinieri e Latini ha anche riconosciuto uno degli aggressori dalle foto che i militari dell’Arma gli hanno mostrato: si tratta di giovani già noti alle forze dell’ordine per altri gesti di violenza. “Non è possibile vivere così. Abbiamo denunciato tutto, fatto il nostro dovere, ma sembra che nessuno possa – o voglia – intervenire. Eppure questi ragazzi sono un pericolo, non solo per noi, ma per tutta la comunità”. Una testimonianza che solleva interrogativi sul degrado sociale, sull’abbandono di alcune aree cittadine e sull’impotenza delle istituzioni nel garantire sicurezza.