
Il governatore Ceriscioli premia l’ex ministro Zamberletti
Macerata, 11 dicembre 2016 - La solidarietà che nei momenti difficili unisce un popolo e la dignità di non farsi piegare nemmeno quando una calamità come un terremoto che ha spezzato vite e distrutto case e palazzi sembra avere il sopravvento, sono i due valori che più di altri hanno segnato il popolo marchigiano in queste settimane. E proprio sotto l’unica bandiera della solidarietà e della dignità è stata celebrata ieri pomeriggio al teatro Lauro Rossi la tredicesima giornata delle Marche. Un luogo simbolo della ripartenza, come lo ha definito il governatore Luca Ceriscioli, perché anche il teatro maceratese non è stato indenne da danni e fino all’ultimo non era scontato che fosse recuperato.
«Questo teatro, dopo il lavoro dell’Amministrazione comunale, è di nuovo aperto e simboleggia la ripartenza – ha detto il governatore –. Il 24 agosto è stato uno spartiacque nella storia della nostra regione, perché prima eravamo impegnati sul lavoro, sui bandi europei, sulle infrastrutture, mentre dopo la priorità è diventata dare risposte alle persone colpite dal sisma. I valori che abbiamo scritto sul titolo di questa giornata, dignità e solidarietà, sono quelli che abbiamo scoperto con forza all’indomani di quella che possiamo definire la più grande tragedia nelle Marche dopo la seconda guerra mondiale: oltre le cinquanta vittime, più di 30mila sfollati, danni a persone, cose, beni, imprese, servizi».
«Una catastrofe di grandi proporzioni – ha aggiunto Ceriscioli –. Tutto ciò ci ha permesso però di ritrovare e riscoprire tutta la dignità dei marchigiani, un popolo orgoglioso, laborioso, che non si è lasciato andare e ha saputo reagire molto bene. Nello stesso tempo la solidarietà, valore fondante della nostra comunità, insieme a tutta quella che abbiamo ricevuto: dalla Protezione civile ai vigili del fuoco e a tutti i corpi delle forze dell’ordine, dei tanti volontari che sono venuti qui da tutte le regioni per darci una mano».
Il grazie del presidente Ceriscioli è andato ai sindaci sempre in prima linea in queste settimane, sindaci che erano presenti anche ieri al teatro Lauro Rossi, insieme al presidente dell’assocazione marchigiani nel mondo Franco Nicoletti, per assistere all’assegnazione del premio Picchio d’oro al fondatore della Protezione civile, l’ex ministro Giuseppe Zamberletti, e del Premio del presidente all’anima del macrobiotico Mario Pianesi. Una cerimonia sobria, che si è aperta con il saluto del sindaco ‘padrone di casa’ Romano Carancini, il quale ha esteso il calore di un abbraccio, tema scelto per il Natale 2016, a tutta la platea. «Abbiamo vissuto un anno particolare – ha detto – ma questo è il momento di guardare avanti e di avere fiducia, perché la nostra terra è viva, vive ogni giorno ed è questo che dobbiamo presentare all’esterno. La nostra terra non è scomparsa e non voglio più sentire dire che le Marche finiscono dove iniziano le zone terremotate. Noi siamo tutti le Marche».
Nella giornata delle Marche nel segno del terremoto forte la presenza nel parterre di volontari della Protezione civile, che in queste settimane hanno lavorato senza fermarsi un attimo, presente anche il capo Fabrizio Curcio e il direttore dell’ufficio ricostruzione Cesare Spuri. A loro anche il messaggio di stima e vicinanza di Zamberletti. «Voglio dire un grazie commosso per questo premio – ha detto l’ex ministro ritirando il Picchio d’oro – perché so che questo premio tramite me viene dato alla grande cordata di italiani che hanno costituito il sistema della Protezione civile. Il sistema è nato quando, dopo le due emergenze del secolo scorso, il terremoto del Friuli e dell’Irpinia, un gruppo di persone si è incontrato per dire basta al correre dietro alle emergenze e stabilire che c’era bisogno di un’organizzazione. Perché gli ‘angeli del fango’ vanno bene, ma se sono organizzati è meglio. Quando si costruisce una macchina, ci si chiede sempre come sarà chi la guiderà in futuro, personalmente devo ringraziare Curcio e tramite lui tutti quelli che stanno lavorando da giorni, perché sono il risultato migliore che potessi sperare e stanno operando con grande valore civile. Sono orgoglioso della Protezione civile di oggi». Anche Pianesi si è rivolto a Curcio, che entrando al Lauro Rossi lo aveva salutato dicendo di essere onorato di conoscerlo. «Io sono onorato di conoscere lui per tutto quello che sta facendo – ha detto poi Pianesi sul palco del teatro – visto che io sono un semplice artigiano tuttofare e uno scienziato a tutto tondo».