LUCIA GENTILI
Cronaca

"Più risorse per le donne e i minori"

L’amministrazione spende in un anno circa 600mila euro. Lancioni: "Le vittime di violenza sono discriminate"

L’assessore Benedetta Lancioni

L’assessore Benedetta Lancioni

La violenza ha un costo, innanzitutto, ovviamente, in termini di sofferenza umana, con tutte le relative conseguenze. Ma anche in termini economici. La violenza di genere è una piaga che sembra non fermarsi. È aumentata la sensibilità, ma i numeri restano costanti, essendo purtroppo un fenomeno strutturale. Sono i Comuni a sostenere principalmente le spese per l’assistenza a donne e minori, a fronte di rimborsi statali (tramite Regione) minimi. Il Comune di Tolentino ad esempio, a fronte di una spesa annua complessiva di circa 600.000 euro, si vede riconosciuti 170.000 di rimborso. Ovvero circa il 25%. Zoomando sui minori, esiste un fondo unico per affidi e inserimenti in comunità; su un costo giornaliero che va da 60 a 100 euro, la Regione rimborsa attraverso i residui di tale fondo. Fino al 2022 nei Comuni sopra i 5mila abitanti era così anche per l’assistenza alle donne. Nel 2022 sono state portate via da casa e messe in salvo in una struttura protetta, di accoglienza, due donne; nel 2023 una e nel 2024 un’altra.

Solo il mese scorso le forze dell’ordine hanno attivato un codice rosso per proteggere una madre col suo figlioletto. Invece nel 2023 due minori sono stati allontanati dalla mamma e nel 2024 quattro. "Il problema non è solo il rimborso, che rispetto alla spesa è residuale – spiegano l’assessore alle politiche sociali Benedetta Lancioni (di professione assistente sociale) e il sindaco Mauro Sclavi – bensì la modalità di un sistema che vede una forte discriminazione verso la donna e i minori. Le vittime di violenza sono costrette a vivere in ombra, recidere i legami con la comunità sociale locale e iniziare un percorso sicuramente in salita, a volte con la necessità di un reinserimento lavorativo, oltre che abitativo. L’uomo maltrattante, invece, resta dov’è, in attesa di una sentenza, ma prosegue la sua vita quotidiana senza alcuna problematica. Come amministratori dobbiamo garantire un supporto non solo nella prima fase di entrata in struttura, ma anche in fase di uscita, nel ritorno alla quotidianità fuori dalle comunità. Tirocini, contributi economici, supporto educativo necessari, ma non riconosciuti. Altrimenti c’è il rischio che il sacrificio fatto diventi inutile dato che alcune donne, soprattutto straniere, si vedono costrette a rientrare nei luoghi della violenza. Credo ci sia una maggiore consapevolezza nel riconoscersi vittima, ma abbiamo purtroppo ancora grandi lacune sul fronte della prevenzione".