Più rispetto per i ciclisti e i pedoni

Migration

Mauro

Grespini

La strada metafora della vita: ci sono una partenza, una mèta e in mezzo un percorso a tratti tortuoso, sfide da superare e direzioni da prendere. Ogni strada è diversa: alcune sono asfaltate e lineari, altre sono dissestate, altre ancora comode ma a tratti piene di buche. E sulla strada s’incontrano tante persone, non siamo soli. Pretendiamo rispetto dagli altri, spesso però dimentichiamo di averne verso chi viaggia come noi o con noi. Sulla strada ci sono regole da osservare che, unite a buon senso e prudenza, dovrebbero guidare il cammino. Così come, tornando alla metafora, potrebbero aiutarci a vivere meglio tutti insieme.

Qualcuno, tuttavia, non si rende conto che altri sono lì... Sulla strada, nella vita. Apre gli occhi solo il giorno in cui piange un amico come Michele Scarponi o un campione come David Rebellin, travolti da mezzi di passaggio. Nel 2021 sono morte in Italia oltre 200 persone in bicicletta, quasi 500 pedoni, spesso vittime di incidenti causati da guidatori che non si sono accorti della loro presenza: chi distratto dal cellulare, chi preso dalla frenesia, chi incurante della segnaletica stradale.

Le associazioni dei ciclisti stanno facendo da tempo una battaglia di civiltà, affinché il Codice della strada preveda regole più stringenti a tutela di quanti vanno in strada sui pedali. In Parlamento c’è una proposta di legge che vuole introdurre il metro e mezzo di distanza per il sorpasso sicuro dei ciclisti. Centocinquanta centimetri fra la vita e la morte. Centocinquanta centimetri per provare a essere più rispettosi del "debole" che ha pari diritto di stare su strada. Di vivere!