Ponte della Ciclovia Adriatica Nel 2023 inizieranno i lavori

La conferenza dei servizi tra Regione e sindaci: "Entro l’anno progetto approvato"

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Va avanti spedito il discorso relativo alla Ciclovia Adriatica, la grande infrastruttura litoranea ciclabile che collegherà il Veneto alla Puglia. Una decisione importante è stata presa appena qualche giorno fa, nel corso di una conferenza dei servizi promossa dalla Regione che ha messo intorno al tavolo i soggetti interessati, tecnici e politici, all’intervento. L’argomento all’ordine del giorno era il ponte ciclopedonale per l’attraversamento del fiume Chienti e che collegherà Civitanova a Porto Sant’Elpidio, e l’acquisizione dei vari pareri in ordine al progetto definitivo affidato ad un pool di ingegneri. I pareri sono stati acquisiti e la stessa Regione adesso potrà dare avvio alla fase conclusiva, predisponendo l’esecutivo per poi dare avvio alle procedure di appalto. "Si farà tutto entro l’anno", dice l’assessore ai lavori pubblici Ermanno Carassai, "come ha garantito il governatore Acquaroli, in modo da avviare i lavori entro la primavera del 2023". Il ponte è lungo 175 metri di cui 79 di arco con tre campate di acciaio, e sorgerà ad est della SS 16. Le corsie sono due, una ciclabile e l’altra pedonale. L’infrastruttura si innesterà a sud con la ciclabile di Porto Sant’Elpidio, mentre a nord con quella litoranea e quella fluviale di Civitanova. È un’opera che qualifica la mobilità sostenibile del territorio, ed anche la più costosa. Le previsioni di due milioni di euro sono state infatti stravolte, il ponte costerà il doppio, a causa, soprattutto, del forte aumento dei costi dell’acciaio. Per quanto riguarda il tratto di ciclopedonale della zona nord, si è in attesa che l’architetto Bruno Valeriani completi il progetto esecutivo che va dallo stabilimento Alhoa ad Ippocampo. "Questione di poco", spiega l’assessore Carassai, "entro l’anno sarà affidato l’appalto. L’opera costerà 230 mila euro". Più complesso, invece, l’intervento che prevede lo scavalcamento con ponte d’acciaio del fosso Caronte. Una struttura costosa, anche qui per via dei prezzi dell’acciaio; la Soprintendenza, inoltre, non autorizzerebbe l’uso di materiale alternativo come legno o ferro. Anche in questo caso, comunque, entro l’anno si prevede l’appalto.

Giuliano Forani